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Stage Zero: la Terminator dei musicisti?

La notizia più impattante di questi giorni è l’accordo tra il producer Timbaland e Suno per la creazione di Stage Zero, un etichetta discografica formata esclusivamente da artisti generati con Intelligenza Artificiale.

Stage Zero di Timbaland è una minaccia per i musicisti?

Appresa la notizia non ho potuto fare a meno di pensare alla saga di Terminator dove l’umanità viene sostituita da macchine intelligenti governate dal potere globale dell’AI Skinet: ma è davvero questo che rischiano i musicisti?

Nel suo blog, Marco Stanzani fa notare che

…per le major discografiche, STAGE ZERO sia un sogno che si avvera: nessun problema di gestione dei diritti, nessuna pausa creativa, nessuna “fase oscura” da cui far risorgere la carriera di un cantante. Gli artisti AI possono essere programmati per rilasciare album con la precisione di un orologio svizzero, adattarsi alle mode senza sforzo e, soprattutto, non chiedere anticipi royalties milionari. Che è la cosa che per loro conta di più.

Come dargli torto? Direi che è una visione lucida e oggettiva di un futuro prossimo che vedrà le piattaforme di streaming e i social media invasi da artisti virtuali magari in grado di interagire e dialogare con i propri fan tramite l’uso di AI. Veramente una pacchia per l’industria discografica.

Questo cosa significa per l’artista musicale in carne e ossa? Come può competere con la precisione e la perfezione di un AI addestrata a intercettare i gusti del pubblico?

Una soluzione la possiamo trovare sempre nella letteratura di fantascienza, più precisamente nei temi che Philip Kindred Dick ha affrontato nei suoi romanzi, scritti nei tempi in cui le macchine pensanti erano mostruosi scatoloni di relé e transistor.

Nel suo romanzo “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” Philip K. Dick esplora il concetto di empatia come elemento chiave dell’umanità. Gli androidi intelligenti, nel romanzo, mancano di vera empatia, mentre gli esseri umani, anche quelli più complessi o decadenti, la possiedono in misura variabile.

L’empatia, per Dick, non è solo un semplice sentimento di compassione, ma una capacità complessa che permette di comprendere e condividere le emozioni degli altri, arrivando a percepire il mondo attraverso la loro prospettiva. Questa capacità di “mettersi nei panni degli altri” è ciò che definisce, nel mondo di Dick, la differenza tra umano e non umano, tra ciò che è autentico e ciò che è una simulazione.

In sintesi, l’empatia in Philip K. Dick non è solo una caratteristica psicologica, ma un elemento (ontologico) che definisce l’essenza stessa dell’essere umano e la sua connessione con la realtà.

Sono troppo filosofico?
Te la butto giù semplice: crea connessioni reali con i tuoi fan, con il tuo pubblico. Non guardarli come massa, guardali come unità e interagisci con loro  con umanità e sincerità.

Creare connessioni sincere online e offline, magari raccogliendole attorno a una community, la tua community è la strada che ti permetterà che ti permetterà di vivere nell’era postumana della musica.

Vuoi che approfondire questo tema? Pensi che possa esserti utile per sviluppare la tua carriera di musicista? Facciamo quattro chiacchiere senza impegno.

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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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