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Musica: il posizionamento è la chiave.

In un mondo discografico inflazionato da nuove produzioni e controllato dall’invadenza delle major il pubblico è più distratto che mai, il posizionamento dell’artista non è solo una strategia di marketing: è la chiave di volta per emergere. Se non sei chiaramente percepito, è come se non esistessi. Ma cosa significa davvero posizionare un artista musicale e come puoi farlo nel modo più efficace?

Musica: il posizionamento è la chiave.

Il posizionamento è il modo in cui vieni percepito nella mente dei consumatori rispetto alla concorrenza. Non si tratta solo di uno slogan accattivante o di un logo ben disegnato: è la combinazione di tutti quegli attributi, benefici e valori percepiti che ti definiscono.

Il posizionamento è una forma di vantaggio competitivo che rende il processo decisionale dell’ascoltatore, del fruitore di musica, più rapido e intuitivo. Quando la tua presenza è forte, ben posizionata e identificabile nella mente del pubblico, viene scelta senza esitazione, fidandosi del valore percepito, anche senza un’analisi approfondita del tuo prodotto musicale.

Ma qui nasce il vero problema: in un mercato saturo, come puoi distinguerti davvero?

Esistono diverse modalità per posizionare un artista musicale, ognuna con i propri punti di forza. La scelta della strategia giusta dipende non solo dalla tua musica, ma anche dal pubblico a cui ti rivolgi. Ecco alcune delle più efficaci:

Posizionamento sugli attributi
Metti in evidenza le caratteristiche uniche e funzionali della tua produzione musicale. Ma attenzione: gli attributi possono essere facilmente copiati dalla concorrenza. Devi legarli in modo indissolubile alla tua immagine, trasformandoli in un segno distintivo;

Posizionamento sui benefici

Qui entra in gioco il lato emotivo. La tua musica rappresenta uno stile di vita, un’esperienza o un valore. Il tuo essere artista deve essere coerente con ciò che suoni e canti, con il messaggio che è insito nella tua musica

Posizionamento sul value for money

In questo caso, combini qualità e prezzo, offrendo un prodotto che giustifica ogni centesimo speso. Questo approccio è perfetto per consumatori pragmatici che cercano il massimo valore senza sacrificare la qualità. Questo è un ottimo approccio se vuoi affidare la tua musica a supporti fisici ben confezionati.

Posizionamento sul problem solving

La tua musica risolve un problema specifico per il consumatore. Questo posizionamento costruisce fiducia e fidelizzazione a lungo termine. Se diventi il “go-to” per risolvere un’esigenza, diventerai sinonimo di affidabilità.

Posizionamento sull’occasione d’uso

La tua musica si lega a un momento o a un bisogno specifico. È una strategia più di nicchia ma incredibilmente potente, soprattutto quando riesci a creare un’associazione forte con situazioni ricorrenti.

Perché gli ascoltatori scelgono te (o altri)

Il valore percepito di un artista, la sua autorevolezza, non si basa solo sulla sua musica, ma su una combinazione di fattori che lo rendono riconoscibile e memorabile:

  • Fedeltà
    I tuoi clienti ti scelgono ripetutamente e diventano i tuoi migliori ambasciatori, grazie al passaparola;
  • Notorietà:
    Un musicista noto rassicura i consumatori. È semplice: più sei conosciuto, più sei scelto;
  • Qualità percepita:
    Non serve che il pubblico conosca ogni dettaglio tecnico della tua musica; conta ciò che credono di sapere. Questa percezione ti permette anche di giustificare il prezzo più alto rispetto altri (ad esempio nei live o nel cachet per una serata);
  • Associazioni di valore:
    Che sia uno stile di vita, un personaggio famoso o un’occasione d’uso, le connessioni esterne rinforzano la tua figura artistica e la rendono unica e difficile da replicare.

Ora che abbiamo chiarito le basi del posizionamento, è il momento di trasformare la teoria in azione. Ecco alcune domande chiave che dovresti porti:

  1. Qual è il tuo pubblico di riferimento? Non puoi essere tutto per tutti. Definisci il tuo target in modo preciso.
  2. Cosa ti rende unico? Individua il tuo elemento distintivo e costruisci il tuo posizionamento attorno ad esso.
  3. Il tuo messaggio è coerente? Dalla comunicazione visiva al tono di voce, ogni aspetto del tuo brand deve riflettere il posizionamento scelto.
  4. Stai monitorando il mercato? Le preferenze dei consumatori cambiano, e così anche il tuo approccio deve adattarsi.

Nel panorama attuale, gli ascoltatori cercano autenticità e personalizzazione. Vogliono artisti musicali che rispecchino i loro valori, che parlino la loro lingua e che offrano esperienze su misura. Questo significa che il tuo posizionamento deve essere flessibile e autentico, capace di evolversi con il tuo pubblico.

Hai già un’idea chiara di come sei posizionato? Se la risposta è no, è il momento di agire. Inizia con un’analisi del mercato, del pubblico e dei tuoi punti di forza. Focalizzati su ciò che ti rende unico e costruisci una strategia coerente.

Ricorda: il posizionamento non è una tattica una tantum, ma un processo continuo. Devi monitorare, misurare e adattare costantemente la tua strategia per rimanere competitivo.

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Sull’identità di un artista musicale.

La brand identity per un artista musicale non è solo un logo ben disegnato, una grafica o una palette di colori accattivante: è il suo DNA, il cuore pulsante che guida ogni interazione con il pubblico. Quando costruisci la tua identità artistica devi anche tener conto che il pubblico potrebbe non percepirla desideri. Ecco il dilemma centrale che ogni stratega di marketing deve affrontare: chiudere il gap tra come l’artista si vede e come viene visto.

Sull'identità dell'artista musicale

Capire l’identità artistica

L’identità artistica che trasmetti al pubblico si basa su sei pilastri:

  1. Cultura: Racchiude la tua visione, il tuo progetto artistico e della tua storia, questo è un primo elemento di differenziazione;
  2. Valori: Le cose in cui credi guidano le tue scelte e costruiscono una connessione emotiva e morale con il pubblico;
  3. Mission: Esprime la tua volontà, le tue motivazioni e ambizioni, definendo il tuo impegno verso i tuoi fan e l’ambiente musicale;
  4. Personalità: Non temere di far percepire la tua personalità, ti renderà più unico e riconoscibile;
  5. Visual Identity: Include tutti gli elementi tangibili (nome, logo, colori) che enfatizzano la tua identità anche come marchio;
  6. Essenza: Devi sintetizzare un distillato dei tuoi valori e obiettivi a lungo termine. Sarà il faro che illuminerà la tua rotta.

Esiste un segreto per per una brand identity vincente?

La tua identità artistica deve riflettersi nel modo in cui ti esponi pubblicamente: nelle foto, nei video, nei live, nelle interviste. Questa immagine che vai a creare è il riflesso che si vede nello specchio del pubblico. La chiave per allineare queste due dimensioni è la coerenza, che però va coltivata con flessibilità strategica.

Cultura e valori non sono solo parole.

Dichiarazioni di valori generiche, senza un reale impegno, non portano molto lontano. La sincerità è d’obbligo.

La mission ti deve ispirare.
Non deve essere una frase da incorniciare in ufficio. Deve essere un tuo punto di riferimento e un messaggio chiaro per il pubblico.

La personalità è il tuo vantaggio competitivo.
In un mercato saturo come quello musicale, il pubblico cerca autenticità. Dovrai essere onesto, prima di tutto con te stesso e diventare una persona con cui le persone vorranno interagire: solida, simpatica, affidabile o cortese.

La visual identity non è un optional.
Investire in un design coerente è essenziale per la riconoscibilità. Ma non fermarti lì: anche il tono di voce nei testi e le esperienze offerte devono riflettere l’identità visiva.

E se qualcosa non funziona?

Ti sei mai chiesto perché il pubblico non ti vede come vorresti? Forse stai comunicando il messaggio sbagliato o, peggio, non stai comunicando affatto. Ecco alcune domande pratiche da porti subito:

  • La tua comunicazione riflette realmente i tuoi valori e la tua mission?
  • I tuoi contenuti digitali (social media, sito web) sono allineati alla tua personalità artistica?
  • Hai mai indagato o chiesto come il pubblico ti percepisce

Non aspettare che il tuo pubblico capisca il tuo brand da solo. Fai un audit della tua brand identity:

Cosa puoi fare oggi?

  1. Analizza i tuoi sei pilastri. Sono solidi e coerenti?
  2. Chiedi feedback al tuo pubblico. Cosa vede quando pensano a te?
  3. Adatta il tuo messaggio per riflettere al meglio la tua essenza.

Ricorda: La tua identità artistica non è solo ciò che dici di essere, ma anche ciò che il pubblico percepisce di te. Posizionarsi correttamente e permanentemente nei suoi pensieri, essere un punto di riferimento, è essenziale e non rinunciabile.

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Il 2024 visto da Chartmetric

Chartmetric è un servizio dedicato agli operatori dell’industria discografica, musicisti compresi, che raccoglie ed elabora informazioni sul mercato musicale, sulle tendenze e su i singoli artisti. Chartmetric sfrutta una vasta quantità di dati integrando miliardi di informazioni da vari servizi, fornendo analisi strutturate per aiutare gli utenti, inclusi artisti, manager e dirigenti del settore, a prendere decisioni informate.

Il 2024 visto da Chartmetric

Nel suo rapporto annuale in cui tira le somme dell’appena trascorso del 2024, Chartmetric ci consegna una vista panoramica completa della discografia mondiale che posso riassumere, in parte, così:

  • Sono salite a 130.000 le tracce pubblicate ogni giorno nelle app di streaming.
  • Con 11,3 milioni di artisti mappati e oltre 25,7 milioni di brani pubblicati solo nel 2024, la realtà è chiara: la musica cresce a ritmi vertiginosi, ma l’attenzione del pubblico no;
  • Per ogni superstar che conquista le playlist, migliaia di artisti emergenti lottano per un ascolto;
  • Intere librerie musicali rimangono nel limbo del silenzio digitale.

Chartmetric analizza i dati raccolti e segmenta gli artisti creando una piramide di notorietà che ci aiuta a capire meglio lo stato delle cose:

  • 818.000 artisti emergenti: appena visibili, spesso con pochi o nessun dato di performance;
  • 61.500 artisti in sviluppo: iniziano a costruire una presenza digitale, ma sono ancora lontani dal mainstream;
  • 8.500 artisti di livello medio: mostrano una crescita costante e un pubblico più fedele;
  • 2.800 artisti mainstream: dominano piattaforme, radio e social media;
  • 308 superstar: nuovi nomi come Katseye e FloyyMenor si affermano come icone globali;
  • 65 leggende: artisti con un’eredità musicale consolidata da decenni, tra cui Ella Fitzgerald e Julio Iglesias;
  • Solo il 14% degli artisti su Spotify ha più di 10 ascoltatori mensili.

Su una base di analisi che comprende 11,3 milioni di artisti mappati e oltre 25,7 milioni di brani pubblicati solo nel 2024, il risultato dimostra che la maggior parte della musica prodotta oggi rimane nell’oblio, vittima dell’economia dell’attenzione e del sovraccarico di contenuti.

Il paradosso dello streaming: tutto e niente

La democratizzazione della musica tramite lo streaming ha eliminato molte barriere d’ingresso, ma ha anche creato un sovraffollamento. Con 1691 generi musicali identificati quest’anno, il pubblico ha accesso a una varietà senza precedenti.

Ma quanto di questa offerta viene realmente scoperta e valorizzata

La realtà è che l’industria musicale, dalle major alle indie, si muove verso una super long tail, dove la maggior parte dei contenuti rimane lontana dai riflettori.

Ma non si tratta di un fenomeno nuovo: anche prima dello streaming, solo una piccola percentuale di artisti raggiungeva il successo, mentre molti altri restavano nell’ombra. La differenza è che oggi tutto è più visibile, più misurabile. E questo rende il fallimento ancora più evidente.

Come emergere nell’oceano digitale?

La domanda che bisogna porsi in questo contesto è nota: come posso farmi notare in un mercato così saturo? In verità la risposta non è semplice. Non lo è perché non esistono formule magiche che accorcino la via per il successo; ogni artista musicale ha la sua storia, ha un suo quotidiano ed un suo pubblico: non esistono dei metodi validi per tutti.
Esistono però delle strategie che possono essere adattate alle diverse situazioni e fare la differenza:

  • Conosci il tuo pubblico.
    Non puoi piacere a tutti, ma puoi diventare essenziale per qualcuno. Usa i dati per capire chi sono i tuoi ascoltatori e cosa cercano.
  • Punta sulla narrazione.
    La musica non è solo suono, è storia. Racconta il tuo percorso, i tuoi valori, il significato dietro le tue canzoni.
  • Investi nella tua presenza digitale.
    Non basta pubblicare una canzone e sperare che diventi virale. Pianifica contenuti sui social, collabora con altri artisti, sii attivo.
  • Sfrutta i micro-nicchie.
    Con 1691 generi mappati, c’è spazio per tutti, ma devi trovare il tuo. Non aver paura di essere specifico: le comunità più piccole possono essere incredibilmente fedeli.
  • Lavora sulla fidelizzazione.
    È meglio avere 1.000 fan fedeli che ascoltano ogni tuo brano piuttosto che inseguire numeri giganteschi senza connessione.
Cosa possiamo imparare dal report di Chartmetric?

Il problema non è la sovrabbondanza di musica, ma l’incapacità di gestire e valorizzare questa abbondanza.
Forse, come suggerisce il report, il futuro sarà quello del non-genere, dove i confini tra le categorie musicali si dissolvono e l’identità artistica diventa il vero punto focale. Questo potrebbe aprire nuove opportunità per gli artisti che riescono a distinguersi non solo con la musica, ma con una presenza autentica e coerente.

Cosa può fare il musicista oggi?

Come artista musicale nel report di Chartmetric non dovresti vedere solo un’analisi: è un campanello d’allarme.
Non basta che tu sia presente, devi essere rilevante.

Inizia con questi passi:

  1. Rivedi la tua strategia di comunicazione.
    I tuoi contenuti parlano davvero al tuo pubblico?
  2. Usa i dati a tuo vantaggio.
    Analizza le piattaforme che funzionano meglio per te e concentra lì i tuoi sforzi.
  3. Collabora con altri artisti o creator.
    L’unione fa la forza, soprattutto in un mercato frammentato.

Il mio lavoro consiste proprio nell’aiutare gli artisti musicisti a muoversi in questa realtà complessa, offrendo strategie e strumenti per muovere i primi passi in una realtà così articolata.

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Email per musicisti: il layout perfetto esiste?

Un’email, per un musicista, non è solo un messaggio: è la tua opportunità di comunicare, coinvolgere e, soprattutto, mantenere un contatto privilegiato con nuovi e vecchi fan. In questo contesto che il layout che scegli può fare la differenza tra un destinatario che clicca e uno che ti ignora? In questo articolo esploriamo una guida pratica al design delle email, con un focus su come i layout influenzano l’esperienza dell’utente e, di conseguenza, il tuo successo.

E mail per musicisti: il layout perfetto esiste?

Il piè di pagina: uno spazio strategico

Parliamoci chiaro: la maggior parte degli email marketer utilizza il footer come un riempitivo. Un paio di link obbligatori, i social media, e via. Ma stai sprecando un’occasione d’oro. Il piè di pagina può diventare un potente strumento per:

  • Rafforzare la tua identità di brand: includi una frase che rievochi i tuoi valori o un il tuo modo di vivere la musica.
  • Promuovere contenuti extra: utilizza questo spazio per portare i lettori verso il tuo sito, il tuo profilo Spotify o verso i tuoi social.
  • Offerte riservate: Premia i destinatari fedeli con contenuti nascosti a cui solo i destinatari delle mail possono accedere.
  • Umanizzarti: una tua foto, con una tua breve biografia artistica ed un saluto o un messaggio creano connessione.
Il layout giusto per le email: questione di strategia

Un design ben studiato non serve solo a fare scena. L’obiettivo principale è rendere il tuo messaggio facilmente leggibile e spingere all’azione. Ecco i layout più utilizzati e i loro pro e contro:

  1. Layout mono-colonna

    Questo formato è essenziale e versatile. Posiziona i contenuti uno sopra l’altro, creando un flusso naturale. È ideale per offerte specifiche o campagne che puntano tutto su una sola CTA (Call to Action). Inoltre, è perfetto per dispositivi mobili, dove ogni dettaglio deve essere chiaro e immediato.Pro: leggibilità semplice e ottimizzata per mobile.
    Contro: limita la creatività visiva.

  2. Piramide invertita

    Un layout strategico che guida lo sguardo dell’utente verso la tua CTA finale. Partendo da un’immagine o da un’intestazione ampia, restringe il focus fino al pulsante. Questo approccio è ottimo per chi vuole massimizzare i clic. Può esserti utile qualora vuoi indirizzare il pubblico verso la tua ultima uscita o verso il tuo nuovo video.Pro: orienta il lettore verso l’obiettivo principale.
    Contro: richiede una perfetta armonia tra grafica e contenuto.

  3. Zig-zag

    Quando hai più messaggi da condividere, il layout a zig-zag è il tuo miglior alleato. Alterna immagini e testo, mantenendo vivo l’interesse visivo. Ma attenzione: sui dispositivi mobili, il formato può risultare confuso se non è ottimizzato.Pro: dinamico e coinvolgente.
    Contro: può compromettere la leggibilità su schermi più piccoli.

  4. Due colonne

    Un mix tra semplicità e creatività, questo layout funziona per newsletter ricche di contenuti visivi. Tuttavia, su mobile potrebbe risultare meno efficace, poiché i blocchi vengono impilati verticalmente.Pro: struttura visiva accattivante.
    Contro: richiede molta attenzione al responsive design.

regole di base per un design EMAIL impeccabile

Anche il miglior layout fallisce senza una progettazione tecnica adeguata. Ecco alcuni principi fondamentali per garantire un’email efficace:

    >

  • Larghezza massima:600-640 px. Non importa quanto grandi siano gli schermi moderni, molti client di posta elettronica preferiscono layout più stretti.
  • Spaziatura e padding: il cosiddetto “spazio bianco” è il tuo miglior amico. Mantieni un padding laterale di 20-30 px e una distanza di 10-20 px tra sezioni per evitare un aspetto sovraffollato.
  • Ottimizzazione per dispositivi mobili: controlla sempre come appare la tua email su smartphone e tablet. Un messaggio che funziona su desktop potrebbe perdere leggibilità su schermi più piccoli.

Nota pratica:

un messaggio troppo lungo rischia di essere troncato da alcuni provider come Gmail. Se devi raccontare una storia, considera di portare il lettore su una landing page.

la coerenza tra contenuto e design

Che tu stia promuovendo un concerto, l’uscita di un nuovo album o un corso di formazione musicale, il tuo layout deve riflettere il messaggio. Un design minimalista funziona per una comunicazione urgente, mentre uno stile più elaborato è perfetto per un annuncio visivamente accattivante.

La progettazione delle email non è un’arte oscura, ma un mix di strategia, design e sperimentazione. Analizza i dati, prova nuovi layout e non aver paura di uscire dagli schemi. Ci sono diverse piattaforme che possono renderti la vita facile nel progettare email e gestirne le campagne. Se vuoi posso aiutarti, contattami liberamente.

Vuoi approfondire?

Le due vie dell’Email marketing musicale

Email design per musicisti: l’intestazione

Email per musicisti: il design è strategia

Email per musicisti: il mobile first è l’imperativo

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marketing musicale musicista professionista

Musica: un 2025 di grandi mutamenti.

Per il mondo musicale il 2024 è iniziato con le restrizioni sulle royalty operate da Deezer, Spotify ed anche YouTube. Nel corso dell’anno l’ingombrante presenza di musica prodotta con IA generative si è fatta sempre più ingombrante e non può essere più ignorata; sempre riguardo le royalty, poche settimana fa, Harper Magazine ha pubblicato un’inchiesta che accusa Spotify di barare riempiendo le playlist con musiche di Ghost Artist con lo scopo di annacquare le quote pro-rata da destinare agli artisti reali.

La musica del 2025

Insomma, per gli artisti sconosciuti ed emergenti la via verso il successo e la popolarità si fa sempre più stretta e ardua. Il problema non è, non è mai stato, pubblicare la propria musica ma far sapere che lo si sta facendo.

Giunti a questo punto, cosa ci riserva il 2025? Come evolverà il settore musicale e discografico?

Innanzitutto sta sempre più mutando il rapporto tra etichette e artisti. Che si tratti di major o indipendenti, le etichette sono sempre meno editori, nel senso classico, e sempre più promoter discografici. In particolare le major stanno subendo una loro evoluzione interna che le porta a privilegiare musicisti che hanno già un’identità forte, un loro posizionamento nel pubblico, per poi lavorare sull’esistente e svilupparlo.

Le etichette indipendenti restano più propense al rischio ed alla sperimentazione di nuove strade e nuovi linguaggi musicali, ma dal canto loro faticano a farsi strada in questo mondo saturo di nuove proposte: siamo arrivati a 150.000 pubblicazioni giornaliere su Spotify a livello mondiale.

Questo significa che la patata bollente resta in mano all’artista che è sempre più un professionista freelance che, oltre a dedicarsi alla sua attività artistica, deve dedicare tempo alla gestione professionale e burocratica della sua attività.

Per il musicista del 2025 è imperativo produrre musica di qualità elevata, ma è altrettando imperativo avere una visione manageriale del proprio lavoro. Questo richiede una conoscenza del mercato musicale o del genere musicale, delle mode, delle tendenze, del mutare dei gusti del pubblico.

In molti concordano che le produzioni DIY sono destinate a rimanere marginali e sconosciute. A vincere saranno quegli artisti che sapranno circondarsi di persone capaci di aiutarli a costruire un percorso artistico originale e coerente e che sapranno investire risorse nel promuoversi adeguatamente, valorizzando il proprio lavoro e la propria figura artistica.

Il tempo degli improvvisati sembra proprio essere finito e chi non saprà adeguarsi resterà nell’infinita schiera di musicisti sconosciuti che altro non fanno se non arricchire Il Sistema con il loro desiderio di fama.

Sei interessato ad avere qualche approfondimento sullo stato delle cose nel settore discografico e nella musica dal vivo?
Scrivimi e chiedi

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Email per musicisti: il design è strategia

Prima di ogni cosa devi sapere che il design delle email non è solo “estetica”: è strategia. Se pensi ancora che il design delle email serva solo a rendere belle le tue newsletter, ti stai sabotando da solo. In un panorama digitale dove ogni giorno competi con decine di messaggi nella casella di posta del tuo pubblico, un design strategico non è un extra: è la tua arma segreta per catturare, coinvolgere e convertire.

E mail design per musicisti

Questo articolo esplora come ottimizzare il design delle email, trasformandolo in un’estensione perfetta della tua identità visiva e un motore per migliorare le tue conversioni. Ma attenzione: qui non parliamo di apparenze fini a se stesse. Parliamo di un design che funziona perché guida il lettore a cliccare, interagire e ricordare il tuo brand.

Il cuore di una campagna email efficace è il suo design. Non servono strumenti costosi o una laurea in grafica: bastano regole chiare e un approccio coerente. Ecco come puoi iniziare subito:

1. Coerenza visiva: parla con la tua identità di brand

Il logo in alto a sinistra o al centro, i colori che richiamano il tuo sito, i font che usi già nei tuoi materiali di marketing. La coerenza visiva non è una questione di estetica; è riconoscibilità. Quando un destinatario apre la tua email, deve sentirsi subito “a casa”.

Consiglio pratico: Usa strumenti come Coolors per creare palette cromatiche complementari che funzionino su tutti i dispositivi.

2. Testi e font: semplicità che conquista

Nessuno ama leggere muri di testo. Il tuo messaggio deve essere chiaro e leggibile, anche per chi apre l’email da uno smartphone.
– Limita l’uso dei font a due: uno per i titoli, uno per il corpo.
– Opta per caratteri leggibili, niente fronzoli che potrebbero distrarre.

3. Immagini: belle ma funzionali

Le immagini catturano l’occhio, ma devono essere ottimizzate per il web. Nessuno aspetterà che un file pesante si carichi. Inoltre, ricorda che molti utenti hanno il download automatico disattivato.
– Aggiungi un testo ALT a ogni immagine. In caso di blocco, il destinatario saprà cosa dovrebbe vedere.
– Usa GIF e video con parsimonia. Una GIF accattivante può attirare, ma evita animazioni lunghe e pesanti.

4. L’header: il tuo biglietto d’ingresso

Il 90% del successo della tua email dipende da cosa mostri “above the fold”, ovvero nella parte visibile senza scorrere. Un’intestazione efficace cattura subito l’interesse e invita a leggere.
Cosa non può mancare:
– Il tuo logo e una barra di navigazione, se utile.
– Un titolo chiaro e incisivo che riassuma l’offerta.
– Una CTA visibile (il bottone “Scopri di più” o “Acquista ora”).

5. ALTRI ACCORGIMENTI

Mobile first: è qui che vinci o perdi

La maggior parte delle email viene aperta da dispositivi mobili. Se il tuo design non è responsive, hai già perso. Testa sempre la leggibilità su schermi piccoli. Il testo deve essere grande abbastanza da essere leggibile senza zoom, i pulsanti devono essere cliccabili senza difficoltà.

Accessibilità: il tuo messaggio per tutti
Creare email inclusive non è solo un dovere etico, è una scelta strategica. Con un design accessibile, raggiungi un pubblico più ampio.
– Usa contrasti elevati per il testo.
– Fornisci alternative testuali per immagini e video.
– Evita caratteri troppo piccoli o intricati.

Logo nel client di posta: il futuro è già qui
Hai notato come alcuni brand mostrano il loro logo accanto al nome del mittente su Gmail? Questo è possibile grazie a tecnologie come BIMI. Certo, non tutti i provider supportano questa funzione, ma vale la pena prepararsi. Un logo visibile aumenta la riconoscibilità e la fiducia.

Immagini o testo: il giusto equilibrio
Non farti prendere dalla tentazione di costruire un’email interamente basata su immagini. I filtri antispam odiano le email senza testo e i tuoi lettori perderanno il messaggio se le immagini non si caricano. Segui questa formula:
– 60% testo
– 40% immagini

CTA: guida il lettore all’azione
Ogni email ha un obiettivo: cliccare, comprare, rispondere. La tua call-to-action deve essere impossibile da ignorare.
– Usa pulsanti grandi e visibili.
– Sii chiaro: “Scopri di più” funziona meglio di “Clicca qui”.

Conclusione: il design è il tuo strumento più potente
Ogni dettaglio di una newsletter può fare la differenza tra un click e un’email cestinata. Se non hai ancora ottimizzato il design delle tue email, stai lasciando soldi sul tavolo.

Allora, da dove inizi? Analizza la tua prossima email. Il logo è chiaro e visibile? L’header cattura l’attenzione? Il layout funziona bene su mobile? Applica almeno uno di questi suggerimenti e misura i risultati.

E ora tocca a te: qual è il più grande ostacolo che hai incontrato nel design delle tue email? Scrivilo nei commenti: confrontiamoci e troviamo insieme la soluzione.

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Le due vie dell’Email marketing musicale

Email design per musicisti: l’intestazione

Email per musicisti: il design è strategia

Email per musicisti: il mobile first è l’imperativo

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Dimmi chi sei. Scopri perché sei unico e ottieni attenzione, fiducia e contatti

di Riccardo Scandellari
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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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Email design per musicisti : l’intestazione

Nelle prossime settimane mi dedicherò ad illustrare alcune buone pratiche riguardo all’email marketing. Il motivo è molto semplice: avere un rapporto diretto con il tuo pubblico, senza l’intermediazione dei social, è il metodo migliore per mantenere un contatto privilegiato e duraturo con chi ama la tua musica.

Email marketing per musicisti

I social hanno la tendenza di andare fuori moda (mai sentito parlare di MySpace?) o di andare in disgrazia (vedi X). Inoltre non sono un ambiente neutro, il pubblico dei social è sottoposto a continue distrazioni e il flusso di lettura potrebbe far perdere forza al tuo messaggio.

Con del buon Email Marketing puoi evitare tutto questo e creare un canale privilegiato di contatto con i tuoi fan. In questo e in prossimi articoli ti darò le principali linee guida per configurare delle email efficaci.

il design di una email è la chiave del successo
(e non solo una questione estetica)

Parliamoci chiaro: le email non sono solo uno strumento di comunicazione, ma uno dei canali di marketing più potenti e personali. Eppure, spesso vedo campagne che sembrano concepite negli anni ’90. Il design non riguarda solo “fare bella figura”: è una strategia che coinvolge visibilità, leggibilità e azione.

Ogni elemento, dall’oggetto all’ultimo link nel footer, ha il potenziale di convertire o di spegnere l’interesse del destinatario. Questa guida, basata sull’articolo proposto, ci offre un percorso chiaro per rivoluzionare le nostre email.

Nome del mittente: il tuo biglietto da visita
(non trascurarlo)

Pensaci: quando ricevi un’email, la prima cosa che noti è chi te l’ha inviata. Se leggi qualcosa di generico o anonimo, la cestini subito. Allora, come migliorare questa parte? Usa un nome che costruisca fiducia immediata.

Ecco alcune formule vincenti:
– Nome + Nome Band: Luca di The Rockson.
– Nome + Genere Musicale: Luca X Cantutore
– Solo il nome d’arte, ma riconoscibile: The Rockson Newsletter.

E soprattutto, evita le email  da domini generici come @gmail.com: niente grida amatoriale più di questo. Se vuoi essere preso sul serio, investi in un dominio personalizzato.

Oggetto della mail: il tuo “trailer”
(che non deve essere noioso)

L’oggetto della mail è il tuo gancio, la tua promessa. Un oggetto noioso o banale significa fallire prima ancora di iniziare. Ma cosa rende un oggetto efficace? Personalizzazione e creatività.

Ecco alcuni trucchi pratici:

  1. Personalizzazione: Inserisci il nome del destinatario o un dettaglio rilevante.
  2. Numeri e statistiche: Attirano l’occhio: “5 consigli di Rock d’annata”.
  3. Emoji: Non aver paura di usarle, ma solo se coerenti con il tono.
  4. Chiarezza: Evita frasi che sembrano spam o ingannevoli.

Pensa al tuo pubblico: preferisce un tono diretto o ironico? Se non sei sicuro, testa diverse opzioni e analizza i risultati. I dati non mentono.

Preheader: il bonus nascosto (che molti ignorano)

Sottovalutato ma potentissimo: il preheader è il piccolo testo che appare accanto o sotto l’oggetto. È il tuo secondo tentativo di catturare l’attenzione. Eppure, molti lo sprecano con frasi come visualizza l’email online. No! Usa questo spazio per rafforzare il messaggio dell’oggetto.

Esempi:
– Oggetto: Sconti imperdibili solo per te.
– Preheader: Solo oggi: fino al 50% di sconto su tutti gli strumenti!
– Oggetto: Hai tempo fino a mezzanotte!.
– Preheader: Approfitta ora delle offerte speciali sul nostro sito.

Anche qui, sii breve e diretto: non più di 40-70 caratteri.

Il layout perfetto: dove il design incontra la funzionalità

Se hai superato la barriera del click, ora arriva il momento della verità: il design interno della tua mail. Responsive, Chiaro e Strategico sono le tre parole d’ordine.

Ecco gli elementi essenziali:

  • Gerarchia visiva: Usa titoli grandi per le sezioni importanti e spaziatura per non soffocare i contenuti.
  • Colori coerenti: Rispettano la tua brand identity, ma senza distrarre.
  • CTA (Call-to-Action): Deve essere evidente, con un pulsante ben visibile e un messaggio chiaro: Scopri di più, Acquista ora.

Un consiglio pratico? Testa la leggibilità su mobile. La maggior parte delle email viene aperta da smartphone. Se il tuo messaggio non si legge bene, non raggiungerai i tuoi obbiettivi.

Accessibilità: non è solo una moda

Un design efficace è anche inclusivo. Cosa significa? Considera che alcune persone potrebbero avere difficoltà visive o motorie. Ecco come rendere le tue email accessibili:
– Usa testi descrittivi per le immagini (alt text).
– Garantisci contrasti elevati tra testo e sfondo.
– Preferisci font leggibili (evita quelli troppo fantasiosi).
– Fornisci un’alternativa testuale per le email grafiche.

Piccoli accorgimenti che fanno una grande differenza.

Conclusione: sei pronto a fare il salto?

Creare email efficaci richiede attenzione ai dettagli, ma con i giusti accorgimenti puoi trasformare una strategia mediocre in una macchina di conversioni. Segui queste regole e sperimenta, perché ogni pubblico è diverso.

Ora è il tuo turno: quale di questi consigli proverai subito? Se hai bisogno di consigli e di strategie, sono a tu disposizione.

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Le due vie dell’Email marketing musicale

Email design per musicisti: l’intestazione

Email per musicisti: il design è strategia

Email per musicisti: il mobile first è l’imperativo

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Le persone sono semplici da comprendere: vogliono essere ascoltate, gratificate e apprezzate. Possiamo identificare il principio di qualsiasi attività di marketing in una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico. In questo libro Riccardo Scandellari, esperto di marketing e personal branding, invita a rivolgersi verso un tipo di marketing più umano, etico e concreto. Una scelta che permette di distinguersi nettamente dalla folla di concorrenti e improvvisati che sul web fanno a gara a chi urla più forte, per parlare con il pubblico (ma soprattutto ascoltarlo) in modo più onesto, catturarne l’attenzione e conquistarlo con l’impegno, la condivisione e la relazione.
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marketing musicale musicista professionista social music marketing tips & tricks

Le due vie dell’eMail Marketing Musicale

Nelle prossime settimane mi dedicherò ad illustrare alcune buone pratiche riguardo all’email marketing. Il motivo è molto semplice: avere un contatto diretto con il tuo pubblico, senza l’intermediazione dei social, è il metodo migliore per mantenere un contatto privilegiato e duraturo con chi ama la tua musica.

Due vie per l'email marketing musicale.

I social hanno la tendenza di andare fuori moda (mai sentito parlare di MySpace?) o di andare in disgrazia (vedi X). Inoltre non sono un ambiente neutro, il pubblico dei social è sottoposto a continue distrazioni e il flusso di lettura potrebbe far perdere forza al tuo messaggio.

Perciò, perché non coccolare il tuo pubblico con messaggi personali in un ambiente protetto e privo di distrazioni come una mail?

Immagina di avere una canzone che potrebbe rivoluzionare il tuo percorso musicale, ma nessuno la ascolta. Ti sei mai chiesto perché alcuni artisti emergono e conquistano il pubblico, mentre altri, pur avendo talento, rimangono nell’ombra? La risposta risiede nella strategia di marketing.

Oggi esploreremo due approcci fondamentali: le campagne di email marketing per costruire autorevolezza e popolarità e le campagne di direct email marketing orientate alla vendita. Questi due metodi non sono solo diversi; sono essenziali per il successo di un artista nel panorama musicale contemporaneo.

Campagne di Email Marketing per Autorevolezza e Popolarità
L’obiettivo principale.

Le campagne di email marketing mirate a costruire autorevolezza e popolarità si concentrano sulla creazione di una connessione autentica con il pubblico. Qui non si tratta solo di vendere; si tratta di raccontare una storia, di condividere esperienze e di coinvolgere i fan in un viaggio musicale. Questo approccio è cruciale per gli artisti emergenti che cercano di affermarsi in un mercato saturo.

Strategia e contenuti
  1. Contenuti coinvolgenti: Inviare newsletter che non siano solo promozionali ma che offrano anche contenuti esclusivi, come dietro le quinte, interviste o storie personali. Questo crea un legame emotivo con i fan.
  2. Frequenza: Mantenere una frequenza regolare nelle comunicazioni è fondamentale. Non bombardare i tuoi iscritti, ma nemmeno lasciarli in silenzio per troppo tempo. Trova un equilibrio.
  3. Segmentazione: Utilizza la segmentazione per inviare messaggi personalizzati. Ad esempio, puoi inviare aggiornamenti diversi a chi ha partecipato a concerti rispetto a chi ha solo ascoltato la tua musica online.
  4. Call to Action (CTA): Ogni email dovrebbe avere una chiara CTA che incoraggi i lettori a interagire ulteriormente, sia che si tratti di ascoltare un nuovo brano, seguire sui social o condividere la newsletter.
Risultati attesi

Queste strategie non solo aumentano la tua visibilità, ma costruiscono anche una community attiva intorno alla tua musica. I fan diventano sostenitori e, nel lungo termine, questo porta a maggiori opportunità di vendita e collaborazione.

Campagne di Direct Email Marketing per Vendita
L’obiettivo principale

Le campagne di direct email marketing hanno un obiettivo molto più diretto: vendere. Che si tratti di supporti fonografici, streaming o merchandising, queste campagne sono progettate per convertire i lettori in acquirenti.

Strategia e contenuti

1. Offerte speciali: Includere sconti esclusivi o bundle speciali può incentivare l’acquisto immediato. Ad esempio, offri un pacchetto che include un album fisico e un accesso esclusivo a un concerto online.

2. Urgenza: Creare un senso di urgenza è fondamentale. Frasi come “Offerta valida solo per 48 ore” possono spingere i lettori ad agire rapidamente.

3. Design accattivante: Assicurati che le tue email siano visivamente attraenti e facilmente leggibili su tutti i dispositivi. Un design pulito e professionale riflette la qualità della tua musica.

4. Testimonianze e recensioni: Includere feedback positivi da parte di fan o critici musicali può aumentare la fiducia nel tuo prodotto e incoraggiare l’acquisto.

Risultati attesi

Le campagne dirette possono portare a vendite immediate e misurabili. Monitorando le metriche come il tasso di apertura, il tasso di clic e le conversioni, puoi ottimizzare continuamente le tue strategie per massimizzare i risultati.

Conclusione

In sintesi, comprendere le differenze tra queste due tipologie di campagne è fondamentale per ogni artista che desidera navigare con successo nel mondo della musica moderna. Mentre le campagne di email marketing aiutano a costruire una base solida di fan fedeli attraverso l’autorevolezza e la connessione emotiva, le campagne dirette si concentrano sull’azione immediata della vendita.

Ci sono molti servizi, anche gratuiti, che ti permettono di creare un tuo sistema di mail marketing. Se vuoi maggiori informazioni, se vuoi approfondire, lascia un commento o scrivimi via mail.

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Le due vie dell’Email marketing musicale

Email design per musicisti: l’intestazione

Email per musicisti: il design è strategia

Email per musicisti: il mobile first è l’imperativo

La discografia in Italia. Storia, struttura, marketing, distribuzione e new media.

di Luca Stante

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La discografia italiana analizzata in tutti i suoi aspetti: la storia, l’industria, i grandi successi, il marketing, le nuove tecnologie e i nuovi media. Un libro fondamentale per conoscere il mondo della discografia italiana dal di dentro, ma anche per chi volesse studiare e lavorare nel business professionale della musica. Luca Stante, economista, esperto di marketing discografico internazionale e new media, ha lavorato e lavora come consulente per grandi etichette come Warner Music ed Eko Music. Saggista e docente, tiene corsi e master presso varie università. È inoltre consulente di web marketing e commercio internazionale per diverse aziende discografiche italiane, country manager del Popkomm e Responsabile New Media e Relazioni Internazionali per Audiocoop.

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marketing musicale musicista professionista personal branding social music marketing superfan

Fan, Fandom e Superfan

Il tuo pubblico non è rappresentato dai numeri degli insight dei tuoi social o di Spotify for Artist: in realtà è molto di più. Il tuo pubblico è fatto di persone vere, reali, con una loro vita e le loro passioni, che siano poche o molte non importa, queste persone, sono i tuoi fan e messi tutti insieme formano un fandom: un insieme di persone che condivide la passione per la tua musica.

Fan, fandom e superfan

In realtà, il fan oggi ha più di una semplice passione per un prodotto mediale. Spesso la sua è una dichiarazione d’identità, un atto di appartenenza a un gruppo che trascende il semplice consumo passivo di musica. Ma che cos’è veramente il fandom e perché oggi è così rilevante, in particolare nel contesto musicale?

Il punto di partenza è che non esiste una definizione univoca di fan.

Essere fan di un musicista o di un genere musicale può significare essere ossessionati, entusiasti o semplici consumatori passivi di contenuti. Non devi commettere l’errore di vedere i fan come un blocco monolitico, ma piuttosto un insieme eterogeneo di individui che vivono il loro rapporto con la musica in modo diverso. La grande domanda però rimane: attraverso quali meccanismi le persone possono diventare tue fan?

La risposta è meno immediata di quanto sembri.

Un’individuo non diventa fan per scelta consapevole, almeno non all’inizio. Il momento dell’adesione al fandom di un musicista, è qualcosa che avviene quasi senza accorgersene, spesso a seguito di un’esperienza emotiva forte durante un concerto o nell’ascolto della musica. Capire cosa scatena l’emozione nei fan è la chiave per costruire un legame duraturo tra musicista e pubblico.

Tieni presente che i  fan creano connessioni emotive non tanto al musicista, ma all’esperienza emotiva che la sua musica riesce a suscitare.

Quando ascoltando una canzone che ti trasporta in un altro mondo, stai sperimentando quella stessa connessione che ti farà tornare su Spotify per riascoltarla ancora e ancora. Ed è proprio su questa esperienza che devi mettere al centro delle tue strategie di marketing musicale.

Non si tratta solo di vendere un tuo disco, ma di creare un momento indimenticabile, che spinga il fan a condividere, a partecipare e, infine, a sostenerti in modo attivo.

Un altro aspetto centrale è il ruolo della comunità: il fandom.

Essere parte di un fandom è anche un fenomeno sociale. Un fandom è infatti un luogo, fisico o virtuale, in cui i fan si aggregano, creando comunità che sostengono l’artista e la sua musica spingendoli a nuovi livelli di popolarità. È il passaparola tra fan, la condivisione di video su YouTube o TikTok, e le discussioni sui social media che giocano un ruolo enorme nella diffusione di un artista o di una band. Il fandom può essere composto da diverse community  che alimentano il tuo successo duraturo nel tempo. Ignorare queste dinamiche sarebbe un grave errore.

Non devi dimenticare che i fan non si limitano al consumo passivo, spesso sono a loro volta anche creatori. I fan non si limitano a godere del prodotto, ma lo reinterpretano e lo diffondono attraverso le loro creazioni. Che si tratti di creare meme o realizzare cover, i fan partecipano attivamente al processo creativo, alimentando ulteriormente l’eco mediatica di un artista. Ed è proprio qui che entra in gioco questo concetto fondamentale: il fan non è solo un destinatario del messaggio, ma un co-creatore del brand dell’artista.

I fan non si limitano a consumare il prodotto in privato; lo rendono pubblico. Indossare la maglietta della propria band preferita o postare una storia su Instagram mentre si ascolta una nuova canzone sono atti performativi che segnalano la propria appartenenza a un gruppo. E in un mondo dominato dai social media, queste performance diventano contenuti virali che possono spingere un prodotto o un artista verso il successo globale. Quando l’impegno di un fan lo porta ad essere un potenziale ambasciatore del tuo brand, possiamo parlare di superfan.

I superfan sono le persone che non solo adorano un musicista, ma vogliono anche interagire con lui e dedicano quotidianamente del tempo per coltivare la loro passione. Per approfondire questo tipo di pubblico invito a leggere questi due articoli:

Il futuro dei musicisti è nei Superfan?

Il Superfan è in tendenza e lo sarà sempre di più.

C’è però una sfida: non tutti i fandom sono uguali, né tutti si manifestano allo stesso modo.

Devi anche tener presente che ci sono fan che esternano il loro amore e quelli che lo tengono per sé. Questa dinamica può essere sfruttata in modi diversi, ma il punto chiave è che un fan che si sente a proprio agio nel manifestare la propria passione sarà molto più propenso a diventare un evangelista del brand. La chiave sta nel creare uno spazio sicuro e accogliente, dove i tuoi fan possano esprimere liberamente il loro entusiasmo senza sentirsi giudicati.

Per questo sono importanti le community online, ben gestite, dove i fan possono aggregarsi, discutere e condividere la loro passione con persone che la pensano allo stesso modo.

Un’individuo diventa fan di un determinato genere musicale o di un musicista per una serie di fattori personali, culturali e sociali. Per questo è cruciale capire il tuo pubblico di riferimento. Significa comprendere non solo i gusti musicali, ma anche i valori, lo stile di vita e le aspirazioni del fan. Solo così si può creare una comunicazione efficace, che risuoni profondamente con il tuo pubblico e lo spinga ad agire.

Una delle poche cose certe è che il fandom non è qualcosa che può essere imposto o creato artificialmente. È il risultato di una connessione autentica tra il musicista, musica e il pubblico. È una forza potente, che può portare un artista dall’anonimato al successo planetario. Ma non si tratta solo di creare una buona canzone o di avere un’immagine accattivante. Si tratta di creare un’esperienza, una comunità, una connessione autentica.

E questa connessione è ciò che farà la differenza nel lungo termine.

La sfida è creare quei momenti di connessione che faranno scattare la scintilla. Come puoi fare questo? Prima di tutto, devi conoscere il tuo pubblico. Chi sono? Cosa amano? Cosa odiano? Solo allora potrai creare contenuti che parlino direttamente a loro, che tocchino quelle corde emotive che li faranno tornare, parlare e condividere.

Hai già tracciato un percorso per ottenere questi risultati?

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Gianni Sassi. Fuori di testa. L’uomo che inventò il marketing culturale.

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Gianni Sassi è stato il focus culturale della Milano degli anni Settanta e Ottanta. Figlio di un’epoca di grande fermento ma attivo in un periodo che si prestava particolarmente all’innovazione, alla trasgressione delle regole, alla creatività finalmente libera e protagonista, Sassi seppe esprimere il suo incontenibile talento in una molteplicità di campi, meritando il titolo di comunicatore multimediale ante litteram. Grafico di notevole inventiva, letterato, grande appassionato di musica e di arti visive e abile osservatore dei fermenti politici e culturali che agitavano violentemente la società italiana dei primi anni Settanta, Sassi ebbe gioco facile a cavalcare quell’esigenza di altenativismo che veniva espressa da certe frange dell’universo giovanile di quell’epoca, e con grande intelligenza fu abile a creare una vera e propria scena culturale, che aveva nella musica (arte d’aggregazione per eccellenza) il proprio collante sociale e il proprio elemento-guida. Ripercorrendo gli esordi con la Bla Bla Records, dove Sassi ebbe modo di produrre i primi album di Franco Battiato, e la lunga avventura della Cramps Records e degli artisti da lui lanciati (dagli Area di Demetrio Stratos a Eugenio Finardi, da Alberto Camerini agli Skiantos), è possibile rendersi conto dell’importantissimo ruolo-chiave da lui svolto nella storia della musica italiana alternativa tra anni Settanta e Ottanta.

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Le fonti di guadagno nella musica

Fare soldi con la musica non è un gioco da ragazzi. Per esempio, anche una band di successo medio, con un seguito nazionale stabile e un contratto con una label solida, deve affrontare un puzzle complesso di flussi monetari. Se sei un musicista o qualcuno che vuole comprendere come funziona davvero il business musicale, questa analisi ti servirà come una mappa preziosa.

Le fonti di guadagno nella musica

In questo post ti dimostrerò che c’è una verità che emerge con chiarezza: essere un artista non è solo creare musica, ma anche gestire un’impresa.

Partiamo da un concetto chiave che molti sottovalutano: il posizionamento. Che si tratti di autoproduzione o di una major, di un successo locale o di un tour internazionale, ogni artista vive il suo posizionamento nel mercato. Ma attenzione, non è un percorso lineare e non è solo una questione di crescita quantitativa. Anche in un contesto indie o di autoproduzione, i flussi di denaro non smettono mai di essere complicati.

Per chi non è del settore, il concetto di royalties potrebbe sembrare astratto. Sappiamo che ogni volta che una canzone viene acquistata, ascoltata in streaming, passata in radio o usata in un videogioco, ci sono soldi in ballo. Ma la realtà è che i guadagni vengono divisi in mille rivoli: l’etichetta, gli autori, i distributori (come Spotify e iTunes), persino la piattaforma che offre la canzone. E qui comincia il dilemma: quante di queste royalties vanno effettivamente agli artisti?

Dividere la torta delle royalties significa spartire i proventi fra composizione e registrazione, con ulteriori suddivisioni in base a dove e come viene utilizzata la musica. Ecco alcuni esempi chiave che ti faranno riflettere:

Royalties di streaming e download: questi guadagni derivano da streaming, radio online e piattaforme digitali.
Vendita di copie fisiche: qui rientrano le vendite fisiche di cd, vinili e musicassette.
Royalties meccaniche: guadagni derivati dall’ascolto pubblico di supporti fonografici fisici o digitali.
Royalties sulle esibizioni: sia che si tratti di un concerto o dell’uso in luogo pubblico della tua musica.
Diritti connessi: guadagni che spettano a produttori dei supporti fonografici e agli artisti interpreti o esecutori dei brani.
Commissioni licenze synch: Si guadagnano quando la musica è usata in film, pubblicità o videogiochi.

Questa suddivisione richiede una gestione attenta o, come spesso accade, il musicista si ritrova a corto di risorse. Questo perché anche se ci sono più flussi di guadagno, una parte consistente finisce nelle mani di chi offre la piattaforma o fornisce i servizi necessari.

A questo punto vorrei soffermarmi un attimo sulla pratica dell’anticipo discografico, un prestito che la label fornisce per coprire produzione, mastering e artwork. La cosa che molti musicisti non capiscono è che questi soldi sono un debito da ripagare, non un guadagno immediato. E spesso l’importo non copre tutte le spese, obbligando la band a cercare risorse altrove, magari reinvestendo i propri risparmi o affidandosi ai ricavi del merchandising.

Proprio su quest’ultimo punto vale la pena soffermarsi.

Il live e il merchandising sono ancora fondamentali per far quadrare i conti. Ma anche qui, ci sono spese di trasporto, vitto e crew da considerare, tutte cose che assottigliano i profitti. Se pensi che basta riempire un locale per guadagnare, stai sottovalutando la situazione. Le spese da coprire prima di ottenere il vero guadagno sono tantissime, e spesso è il merchandise a dare una spinta in più.

La promozione, altra spina nel fianco per molte band, non è gestita a livello capillare dalla label. Certo, la casa discografica si occupa delle sue pagine social e del sito, ma quando si tratta di creare hype o portare l’attenzione sul nuovo album, è spesso la band stessa a doversi muovere. E non è un lavoro semplice. L’assunzione di esperti in comunicazione o addetti stampa è quasi d’obbligo, e ogni professionista aggiunge un altro costo.

Un musicista deve sempre tener presente che il mondo della musica è un campo minato di complessità finanziarie. Dall’anticipo discografico alla gestione dei diritti, fino alla promozione e al tour, ogni passo richiede pianificazione e, spesso, sacrificio personale.

Ma quindi, come può una band emergente evitare di affondare in questo mare di debiti e complessità? Ecco alcune strategie pratiche:

  1. Diversificare i flussi di guadagno: Non contare solo sulle vendite di album. Sfrutta la sincronizzazione, il merchandising e persino il crowdfunding.
  2. Tagliare le spese superflue: Fai attenzione a dove spendi. A volte autoprodurre un album in parte può essere più vantaggioso.
  3. Investire nella promozione: Anche se l’etichetta non copre tutti gli aspetti, assicurati di avere una strategia di marketing solida. Ogni euro speso in visibilità potrebbe ritorcersi in futuro sotto forma di fanbase fidelizzata.
  4. Sii flessibile: Il mercato musicale cambia costantemente. Sfrutta le opportunità, adatta il tuo posizionamento e cerca nuove vie per monetizzare.

La domanda che dovresti porti è: che cosa stai facendo per garantire che la tua musica non sia solo arte, ma anche business?

Se vuoi far crescere il tuo progetto musicale, è fondamentale mettere in atto strategie mirate e pianificare il tuo lavoro per il raggiungimento di obiettivi concreti.

E tu? Quali strategie hai trovato più efficaci nel bilanciare creatività e business? Scrivimi nei commenti qui sotto e condividiamo idee.

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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