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Il musicista bravo non si salverà!

Vabbé, il titolo è da clickbait, non lo è il contenuto di questo post che ti invito a prendere in considerazione.

Il musicista bravo non si salverà

Dopo aver incontrato decine di professionisti ed esordienti, aver dialogato con loro aiutandoli nell’uso degli strumenti della comunicazione digitale, mi è chiaro che esiste un grado di consapevolezza che essere dei bravi, talvolta ottimi, professionisti della musica non è più sufficiente per poter mantenere il proprio pubblico, troppo distratto, o per poter mantenere attivo il giro di ingaggi che si è consolidato negli anni.

Nonostante questo, noto che c’è ancora troppa timidezza nell’uscire dal guscio, dalla propria comfort zone di riservatezza, un tentennamento nell’aprirsi verso la comunicazione social che spesso si traduce in rinuncia.

Eppure spesso i musicisti navigati ne hanno di cose da raccontare: aneddoti, tecniche strumentali o compositive, amicizie e percorsi da condividere e perché no, anche tutta la conoscenza riguardo la storia della musica, magari del loro genere musicale preferito.

Ma talvolta basta anche molto meno, come ad esempio un selfie con un fan particolarmente appassionato o un saluto al pubblico dopo un’esibizione, ma anche un ringraziamento per un incremento degli ascolti sulle app di streaming.

Non importa sei hai 500 o 500.000 follower.

Si tratta sempre di persone che amano la tua musica e amano il tuo modo di interpretarla. Sentirti vicino con qualche post sui social regolarmente pubblicato li terrà vicini a te ed alla tua arte. Con il tuo pubblico puoi condividere molte cose e ti saranno grati per questa tua attenzione nei loro confronti: è garantito.

Saper costruire questo tipo di rapporto tra artista e pubblico, oggi più di ieri, fa la differenza in questo mondo ricco di stimoli e di nuove proposte. Se saprai mantenere costante il rapporto con il tuo pubblico, se saprai gestirlo e incrementarlo, ti seguiranno nel percorso artistico anno dopo anno. Sempre al tuo fianco per darti sostegno e divertirsi con te, con la musica, con lo spettacolo che saprai offrire.

Ecco perché essere un bravissimo musicista non basta più: devi anche farlo sapere in giro.

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Instagram marketing musicale musicista professionista social media social music marketing TikTok You Tube

Tra Tik Tok e YouTube vince…

Tik Tok è apparso nel 2016 sconvolgendo il panorama dei social media con la sua formula interamente incentrata su video di breve durata. Lo scrolling infinito di contenuti variegati, le potenti funzioni social e una buona gestione delle metriche di vanità hanno reso popolare l’app cinese mettendo in crisi il predominio di YouTube e Instagram che si sono prontamente adattate per rendere difficile la vita al social di Bitedance.

Ma dopo otto anni cosa sta succedendo?

Tra Tik Tok e YouTube vince...

Se in un primo momento YouTube e Instagram si sono messi all’inseguimento di Tik Tok aggiungendo Reel e Short alla loro offerta, oggi siamo al punto che il social cinese sta testando video di lunga durata, fino a 60 minuti, per fermare l’emorragia di investitori pubblicitari piuttosto scontenti dei bassi rendimenti delle campagne su questo social media.

A quanto sembra lo scrolling compulsivo su video di breve durata non offre la stessa resa dei video long form che, tra le altre cose, permettono di diluire l’investimento della produzione, catturano per più tempo l’attenzione e permettono l’inserimento di pubblicità nel loro interno; pubblicità che normalmente non viene ignorata dallo spettatore che vuol guardarsi il video fino in fondo.

Per concludere, dopo otto anni possiamo dire che la battaglia tra YouTube e Tik Tok è stata vinta dalla tv partecipativa di Google che si sta reimpossessando del pubblico e degli investitori che il social media cinese gli aveva soffiato.

Detto questo, secondo la mia esperienza, devo dire che per un canale YouTube di un musicista gli Shorts si rivelano strategici per creare velocemente contenuti con cui stringere rapporti con i fan e attirare nuove iscrizioni con comunicazioni o contenuti coinvolgenti, emozionanti o capaci di creare legami empatici.

Personalmente non gradisco TikTok e le sue dinamiche per diversi motivi mentre apprezzo molto le funzionalità e le potenzialità espresse da YouTube che permette una crescita organica ed una gestione del profilo artista completa e controllata.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

di Riccardo Scandellari
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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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federico rettondini jazz marketing musicale musicista professionista personal branding social media social music marketing social network Uncategorized

Social Music Coach al Bobby Durham Jazz Camp

Giovedì 18 luglio 2024 sarò a Darfo Boario Terme per tenere la Masterclass Social Music Coaching a margine di quella bellissima manifestazione che è il Bobby Durham Jazz Camp.

Social Music Coaching a Darfo Boario Terme

L’opportunità mi è stata offerta nientepopòdimeno che da Massimo Faraò in persona che dal 1993 è il motore di questa scuola di jazz che vede coinvolti artisti affermati a stretto contatto con emergenti e appassionati in una comunione fatta di musica, passione e amicizia.

Per quanto mi riguarda, sono onorato dell’occasione che mi è stata offerta e vedrò con questa lezione, che ci terrà impegnati circa tre ore, di sciogliere dubbi e indicare strade su come un musicista può affrontare i cambiamenti in corso nella professione e nell’industria discografica.

Partiremo nel cercare di disegnare il musicista del XXI secolo nell’era dei social e dello streaming, vedendo di far chiarezza sulle dinamiche dei social e sulle dinamiche del web più in generale.

In questo contesto vedremo quale ruolo hanno oggi le etichette discografiche e il loro rapporto con il musicista professionista.

Parleremo di quella brutta cosa che (in genere) infastidisce i musicisti conosciuta come personal branding e la sua importanza nella vita professionale online e offline.

E per concludere parleremo dei social network, dei social media e di alcune strategie pratiche.

Ci sarà anche tempo sufficiente per le domande e magari per approfondire quei punti che risveglieranno maggior interesse.

La Masterclass Social Music Coaching si svolgerà nei locali del Hotel Sorriso alle 17.30 di giovedì 18 luglio 2024

Per iscriverti alla Masterclass Social Music Coaching contatta maxfarao@gmail.com – +39 348 900 1390

L’edizione 2024 del Bobby Durham Jazz Camp vede come docenti:

Sandy Patton – Jazz vocal
Rodney Bradley – Organ e Gospel
Byron Landham – Drums
Massimo Faraò – Piano
Nicola Barbon – Doublebass
Davide Palladin – Chitarra
Claudio Chiara – Sassofono
Luca Begonia – Tromba e trombone

Mentre scrivo non so se per le lezioni di questi maestri del jazz ci sono ancora posti disponibili, ma provarci non costa nulla. Vai sul sito www.bobbydurhamjazzcamp.com e chiedi informazioni.

Comunque vada, spero di vederti a Darfo Boario Terme 🙂


Gli altri ottanta.
Racconti dalla galassia post-punk italiana

di Livia Satriano
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Dopo l’esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento.

La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

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Le etichette discografiche come fornitrici di servizi?

La scorsa settimana nel dare la notizia di un accordo di distribuzione dei supporti fisici tra Carosello Records e Sony, il sito Rockol ha riportato alcune dichiarazioni di Dario Giovannini, direttore generale dell’etichetta milanese che mi hanno colpito più dell’accordo commerciale stesso che non è cosa da poco perché segna il matrimonio tra una major e un’etichetta indipendente.

Le etichette discografiche come fornitrici di servizi?

Le dichiarazioni del Giovannini, riportate nell’articolo, che hanno attirato la mia attenzione sono le seguenti:

Nel giro di nemmeno dieci anni chi fa il nostro lavoro ha vissuto due rivoluzioni: la consacrazione definitiva dello streaming nel 2016 e la pandemia. Il risultato è stato quello di una totale disintermediazione, con un numero di artisti cresciuto a dismisura, una volta venuto meno il collo di bottiglia rappresentato dall’apparato discografico per debuttare sul mercato. Il paradigma, sostanzialmente, si è ribaltato: oggi siamo noi a inseguire i successi. Gli artisti, una volta ottenuti i primi risultati sui DSP da unsigned, vengono assaltati dalle case discografiche.

E ancora:

Sono completamente cambiate, poi, le dinamiche della promozione tradizionale. Le radio, per esempio: prima erano il viatico indispensabile per il successo, mentre oggi, invece, del successo sono più amplificatori e certificatori.

Ma la perla più preziosa che ci lascia Dario Giovannini disegna con chiarezza il ruolo che le etichette discografiche si stanno ritagliando in un mercato dove i distributori hanno sovvertito le regole dell’industria discografica spalancando le porte dell’auto produzione:

…da anni dico che (Carosello Records) è più che una label, noi, ci consideriamo un acceleratore. Lavoriamo su pochi progetti, come una boutique label, supportando chi è nel roster sotto ogni punto di vista. Poi, ovviamente, è l’artista a condurre: il nostro ruolo è quello di fornire gli strumenti e i consigli perché la sua carriera si sviluppi al meglio. Perché restiamo dell’idea che un progetto, per maturare, abbia bisogno del tempo necessario, e che forzare i ritmi facendo il passo più lungo della gamba sia solo dannoso.

In queste poche righe Giovannini descrive il ruolo che le case discografiche stanno prendendo nel sistema, perché non solo Carosello infatti si sta orientando in questa direzione.

Ai più attenti è noto che da qualche anno le label preferiscono musicisti professionalmente e artisticamente maturi che hanno saputo costruirsi una base di pubblico ben definita e riconoscibile sulle quali possano lavorare per ampliarne il mercato.

Questo è lo stato delle cose e vorrei conoscere la tua opinione in merito.

Leggi l’articolo di Rockol


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La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

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Le Agenzie stampa sono ancora importanti?

Secondo alcuni discografici il ruolo delle agenzie stampa nel settore discografico non è più determinante come un tempo, perché reso superfluo dalle dinamiche dei social media e dalla scoperta della musica attraverso le playlist, su cui preferiscono puntare.

Le agenzie stampa sono ancora importanti per un musicista?

A prima vista questa visione appare condivisibile e sicuramente può essere funzionale per un musicista esordiente che non dispone di risorse per un’adeguata promozione delle sue uscite discografiche.

Ma secondo la mia esperienza la realtà è più complessa ed il lavoro di una buona agenzia può rivelarsi determinante per far crescere  l’attenzione e la riconoscibilità di un musicista.

Prima di investire in un’agenzia stampa dovresti però valutare se effettivamente il suo apporto potrà farti fare un salto di qualità o se stai rischiando di sprecare risorse che potresti allocare altrove.

Tenendo presente che nel settore musicale, un’agenzia stampa si occupa per lo più di gestire le attività di promozione per artisti e band collaborando con radio, media, giornalisti e blogger, se ancora non hai saputo costruire un dialogo ed un’immagine coerente nei tuoi social, difficilmente il lavoro dell’agenzia avrà buoni risultati sul lungo periodo.

Il lavoro di un’agenzia potrebbe darti una larga esposizione, magari anche su canali importanti, ma se poi trascuri la tua pagina Spotify, il tuo canale YouTube e le tue altre pagine social, accompagnando le dinamiche che l’agenzia ha messo in movimento, il rischio concreto è che tutto questo lavoro esaurisca in fretta la sua spinta, rivelandosi uno spreco di denaro.

Ai tempi della musica in streaming, per poter emergere nella sovrabbondanza delle produzioni musicali, il ruolo delle agenzie stampa è ancora determinante e può rivelarsi strategico per costruire la tua figura artistica.

Resta il fatto che, prima di rivolgersi a questo genere di servizi, dovresti prima aver costruito solidamente la tua immagine pubblica sui social ed essere arrivato ad un buon grado di maturità musicale. Inoltre, devi essere pronto ad accompagnare l’agenzia stampa collaborando attivamente e professionalmente per le parti che ti competono.

Se mancano questi presupposti il ruolo ed il lavoro dell’agenzia stampa rischia di essere compromesso. Alla fine il ruolo e l’azione del musicista restano centrali, non puoi pensare che delegare il lavoro promozionale ad altri sia sufficiente per ottenere una crescita di pubblico e di ascolti duratura nel tempo.

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Soundbetter il mercato dei musicisti professionisti

SoundBetter è un mercato online in cui musicisti, producer e tecnici possono incontrarsi per scambiarsi servizi a pagamento.

SoundBetter, il mercato dei musicisti professionisti.

Start Up fondata da Shachar Gilad e Itamar Yunger, SoundBetter nel 2019 viene acquistata da Spotify per poi ritornare nelle mani dei due fondatori nel 2021. Evidentemente qualcosa è andato storto nel rapporto tra le due entità. Certamente questo incidente di percorso non ha scalfito la fama che questo servizio si sta ricavando nel settore delle produzioni musicali, a giudicare dai feedback positivi rilasciati da diversi professionisti che si sono rivolti alla piattaforma per trovare i partner più adatti per completare il loro lavoro.

In SoundBetter tutto è concepito per favorire le relazioni tra i diversi professionisti, che possono decidere il loro prezzo e perfezionare il reciproco accordo tramite gli strumenti della piattaforma che hanno anche valore legale in caso di controversie.

Per i professionisti che vogliono prestare i loro servizi, Soundbetter offre due tipi di offerta: Basic e Premium, che hanno sostanziali differenze.

SoundBetter Basic è gratuito. Viene trattenuta una commissione del 5% sui pagamenti, offrendo tutti gli strumenti di gestione del progetto comune, le recensioni verificate e le opportunità di lavoro presenti nella piattaforma. Per creare un profilo SoundBetter Basic basta includere una biografia, un curriculum ed eventuali demo che possano far capire le tue qualità.

Entrare nel programma SoundBetter Premium è un tantino più complicato e non è per tutti.

Innanzitutto devi aver già portato a buon fine alcune collaborazioni sulla piattaforma raccogliendo recensioni positive, fatto questo puoi richiedere di far parte del programma Premium che costa circa €50 al mese.

La richiesta al programma Premium non garantisce che sarai accettato: SoundBetter accetta candidati in base alla loro specializzazione per garantire che la loro piattaforma rimanga equilibrata nell’offerta delle diverse competenze.

Ma una volta entrato nel programma Premium, il professionista ha maggiori possibilità e canali per mettere in mostra le sue proposte e raccogliere nuove collaborazioni.

SoundBetter inoltre offre tutta una serie di strumenti a garanzia che gli accordi tra le parti siano rispettati, pagamenti inclusi. Se vuoi fare un salto di qualità professionale, SoundBetter si presenta come il luogo giusto per fare nuove esperienze o perfezionare le tue pubblicazioni.


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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