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7 Segreti dell’algoritmo di Twitter

La pubblicazione di parte del codice sorgente di Twitter promossa da Elon Musk ha permesso di capire con quali criteri il social distribuisce i post rendendoli più, o meno popolari. Nella pratica ora sappiamo quali trucchi usa il social cinguettante per tenere l’attenzione degli iscritti legata al suo feed.

7 segreti dell'algoritmo di twitter

Queste risposte le abbiamo perché appena il codice è stato desecretato, un nutrito sciame di analisti informatici si è buttato sulle stringhe per analizzarne il funzionamento. Chi è esperto delle dinamiche di questo social non è rimasto sorpreso dal risultato di questi studi che però, se non altro, offrono dei punti fermi sul corretto utilizzo di Twitter.

A questo punto possiamo vedere qual’è la ricetta per espandere un contenuto al di fuori della propria cerchia. Dall’analisi del codice reso pubblico emerge che:

  1. i cuoricini garantiscono un incremento alla diffusione fino a 30 volte superiore, rispetto alle condivisioni (20 volte) e alle risposte, che offrono una spinta minima;
  2. L’integrazione di immagini nel tweet aiuta, i cuoricini restano il fattore più importante;
  3. Come Facebook, anche Twitter detesta i link verso l’esterno, come un articolo o un video su YouTube. Il limite è particolarmente pesante se il profilo non ha un buon seguito, in caso contrario influisce di meno. Questo significa che per ottenere risultati importanti condividendo playlist Spotify o video su YouTube prima bisogna raggiungere un buon numero di follower attivi;
  4. Anche le segnalazioni di spam o esser stati segnalati con parametri negativi abbassa la portata di un tweet. In particolare se si è segnalati per disinformazione;
  5. Pagare per l’abbonamento a Twitter Blue avvantaggia molto.
  6. Twitter include ogni utente, in base al profilo, in una bolla di profili simili (cluster). Significa che i contenuti coerenti con questo cluster sono avvantaggiati e viceversa contenuti difformi vengono pesantemente penalizzati;
  7. Ovviamente anche il numero di follower influisce sulla portata di un tweet;

Questi sono ad oggi le sette regole chiavi che regolano il microcosmo di Twitter che, proprio mentre scrivo, vede il logo dell’uccellino blu spodestato dal cagnolino di Dogecoin. Il prossimo passo di Crazy Musk sarà cambiare il nome del social in Barking?


Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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6 punti per trasformare la tua musica in un brand

Non mi meraviglierei se leggendo il titolo trovassi fastidioso l’accostamento tra le parole musica e brand, accade a molti artisti musicali che vedono in questo accostamento il ridurre la musica a semplice merce di consumo.

6 punti per trasformare la tua musica in brand

Non nascondiamoci però che, in realtà, la musica è merce di consumo e mai come di questi tempi è stata prodotta e consumata in enorme quantità. Ovviamente senza dimenticare che la musica nasce da un processo creativo ed artistico che spesso è il frutto di anni di studio, lavoro e costanza.

Ci troviamo perciò in un contesto in cui è necessario creare la giusta sinergia tra l’aspetto commerciale e quello creativo. Un buon musicista professionista è tale quando riesce a coniugare l’aspetto spirituale e quello materiale della sua professione, riuscendo ad emozionare il suo pubblico e vivendo con i guadagni del suo lavoro.

Trasformare la tua musica in un brand significa renderla unica e riconoscibile, così come deve essere unica e riconoscibile la tua figura di personaggio artistico. L’artista e la sua musica devono appartenere ad un contesto che sia facilmente riconoscibile dal pubblico, ma nel contempo devono emergere da questo contesto, trovando una loro dimensione unica.

Questo risultato non è detto che sia immediato, potrebbe rivelarsi un percorso di ricerca, fatto di tentativi più o meno felici, che ti porterà a raffinare la figura artistica mentre, nel contempo, migliori anche la tua scrittura musicale e la qualità dei tuoi pezzi. E’ un percorso di maturazione nel quale valuterai anche le reazioni del pubblico e costruirai con esso un rapporto di fiducia facendolo diventare la tua fan base. Un artista musicale quindi deve ricordare sempre che il brand è ciò che associa se stesso ad un gruppo di persone in particolare, a cui si propone un progetto che rispecchi i loro gusti ed esigenze musicali.

Ci sono sei punti chiave quindi per poter realizzare il proprio brand:

1. Chi sei e chi vuoi diventare?

Prima di ogni cosa devi aver chiaro quale direzione dare al tuo percorso artistico: vuoi diventare una rockstar, un cantautore oppure vuoi diventare uno specialista di uno strumento ambito dai migliori artisti della scena? Il tuo brand riguarda le tue aspirazioni, le domande a cui devi rispondere sono: “Per cosa voglio essere ricordato?” e “Come lo evidenzio al meglio?”. Vorrei portanti l’esempio di Dodi Battaglia che per mezzo secolo ha costruito il suo percorso artistico con i Pooh, scrivendo e arrangiando con loro le canzoni che li hanno resi celebri nel mondo. Questo non gli ha impedito, anzi lo ha aiutato, nel costruirsi una carriera e una fama internazionale di grande chitarrista. La sua lunga esperienza musicale gli ha permesso di continuare una carriera solista realizzando nuove canzoni e condividendo le sue conoscenze tecnico/artistiche in affollatissime master class.

2. Conosci il tuo pubblico

Ne consegue che, se non hai le idee chiare su chi sei e cosa vuoi rappresentare con la tua musica, difficilmente le persone potranno dare un senso della tua presenza. Il brand che stai costruendo rispecchia i valori artistici che distribuisci. Devi conoscere te stesso, ma devi anche capire i gusti delle altre persone, del tuo pubblico potenziale. In altre parole, devi trovare la tua nicchia. Devi concentrare i tuoi sforzi nel catturare l’attenzione di quel pubblico specifico che si appassiona al tuo genere musicale ed al tuo sound: quello che si emoziona nell’ascoltarti. Sarà la tua fan base.

3. Costruisci la tua identità

Concentrarsi troppo su visibilità, successo di pubblico o fama può rivelarsi un problema se prima non ti sei costruito un’identità artistica solida e riconoscibile. Nella musica il successo può rivelarsi effimero se non basato su pilastri solidi che vanno oltre alle abilità artistiche. Chi ti ascolta deve amare le tua musica, ma deve amare anche il tuo personaggio artistico. Devi perciò costruirti una buona reputazione professionale che resti nelle percezioni dei tuoi colleghi musicisti o del tuo pubblico.

4. Costruisci un luogo privilegiato per farti conoscere

Il proliferare dei canali comunicativi è dispersivo. Per la natura di cui sono fatti, per le dinamiche che creano, generano una lettura non lineare dei contenuti che a sua volta può rivelarsi dispersiva e spesso superficiale. Per questo è fondamentale creare un luogo tuo dove presentarti, rappresentarti, illustrare il tuoi progressi artistici e magari mantenere un contatto privilegiato con il pubblico appassionato alla tua arte. Un buon sito internet, costantemente aggiornato con le date dei tour e magari con un blog è la soluzione ottimale per mantenere un contatto solido nel tempo con il tuo pubblico. Se poi sei un musicista professionista alla ricerca di ingaggi come turnista o per tour dal vivo, LinkedIn è il paradiso dei professionisti di ogni categoria. Come social LinkedIn ha delle caratteristiche e delle dinamiche diverse da quelle che sei abituato a vedere con Facebook o Twitter. Essendo un luogo frequentato da professionisti LinkedIn richiede anche un linguaggio professionale appropriato, ma è innegabile che è il posto giusto per far valere il proprio valore professionale ed ottenere ingaggi magari impensati.

5. Nutri il tuo pubblico di grandi aspettative

Ora che sai chi sei, qual’è il tuo pubblico e come mantenere viva la sua curiosità, devi trovare il pretesto quotidiano per farti notare e ottenere apprezzamento. Per ottenere e mantenere l’attenzione del pubblico devi attrarlo informandolo sulle tue attività e sul contesto artistico in cui ti muovi, senza dimenticare di suggestionarlo con la tua musica.

Se racconti alle persone chi sei, cosa fai, come lo fai e, perché no, come possono ottenere i tuoi risultati o ricreare i tuoi suoni, ottieni la vicinanza e l’ammirazione di un pubblico che in te vede un punto di riferimento e magari una fonte d’ispirazione. Una nicchia si alimenta con contenuti che non devono necessariamente portare alla vendita ( meglio dire al tuo ascolto in streaming): basta che chi ne fruisce comprenda che, qualora fosse necessario, che tu sei in grado di soddisfare la sua fame di emozioni e buona musica.

6. Converti l’interesse in contatti, i contatti in relazioni e le relazioni in ascoltatori

I social network non servono a vendere, ma a far scattare un primo generico interesse. Se vuoi che questo interesse diventi famigliarità e autorevolezza devi acquisire la capacità di arrivare direttamente al tuo pubblico, disintermediando social network e social media. Puoi farlo attraverso una mailing list, un gruppo chiuso, la messaggistica, le notifiche o un live. I contatti sono un punto di partenza debole, le relazioni il loro sbocco naturale.

Il valore di un follower è nullo se con esso non si instaura una conversazione, se non c’è un coinvolgimento reale e attivo. Tutto ciò che hai fatto finora porta a questo. Attraverso la comunicazione il pubblico comprende chi sei e qual’è la tua musica, nel contempo apprezza la tua disponibilità e le tue qualità umane e professionali.

A questo punto non dovrai più insistere sul pubblico perché ascolti il tuo ultimo brano o compri il biglietto del live. Sarà proprio questo tuo pubblico a restituirti l’attenzione che gli hai dato partecipando alle tue esibizioni e facendo conoscere agli amici la tua ultima produzione. Sarà un atto spontaneo di riconoscenza, un rapporto umano solido di reciproco rispetto.


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Come uscire dalla rassicurante nicchia

Per una band o un artista musicale la nicchia di pubblico legata al genere musicale è la base per una buona partenza. Rivolgersi ad un pubblico ben definito con un’immagine che risponda ai canoni di genere aiuta sin dai primi passi nel farsi apprezzare e riconoscere.
Come uscire dalle nicchie di genere musicale'

Il problema è che, statisticamente, il pubblico di nicchia non è proprio un pubblico fedelissimo; non nascondiamoci che anche il pubblico di nicchia è irresistibilmente attratto dalla musica mainstream, che resta la principale concorrente della musica di nicchia, qualsiasi sia il genere musicale.

Questa è una dinamica che riguarda qualsiasi mercato di generi di consumo ed è incontestabile che la musica sia un genere di consumo, se così non fosse non esisterebbe l’industria discografica e dell’intrattenimento come la conosciamo.

Date queste premesse, il primo punto da focalizzare è che la competizione vera e propria tra artisti musicali non avviene all’interno della nicchia di genere, ma avviene nel mercato generale, nel mainstream. Come succede in altri mercati, anche nel discografico chi è piccolo, di nicchia, molto probabilmente resterà tale, solo pochi riusciranno a trovare il modo creativo e commerciale per uscirne. Ma come?

Non ci sono ricette miracolose, ovviamente, ma una strada percorribile esiste ed è quella di applicare metodi di branding nella promozione della band, del cantante/autore o del singolo prodotto discografico.

Il primo passo del nostro viaggio al di fuori della nicchia è di essere presenti nella memoria del pubblico: ovvero identificarsi come una soluzione alternativa ma non diversa da quella offerta dal mainstream. Supponiamo il caso di un brano reggae ben connotato nel genere, dal ritmo vivace e dalle sonorità positive. Questo brano può rispondere bene alle persone che cercano musica allegra, spensierata e dal sapore estivo, per capirci, una canzone che possa tranquillamente stare in una playlist di tormentoni mainstream dandole un tocco di originalità.

A questo punto, proprio valutando il tuo pubblico, età, provenienza, playlist create ecc., puoi trovare le giuste corde per solleticare l’attenzione verso la tua musica utilizzando le leve e le loro varianti che hanno dato migliori risultati nel mainstream. Non si tratta della ricerca del successo, del brano commerciale, ma di una maturazione artistica e creativa che ti metta in sintonia con i gusti del pubblico solleticandone la curiosità ed offrendogli qualcosa di diverso, di alternativo.

Il terzo passo, quello fondamentale, è creare un ricordo permanente nella memoria del nostro pubblico. Per ottenere questo c’è tutto quel lavoro costante e coerente di personal branding che ci renderà unici e distinguibili dalla massa, dove distinguibili non significa differenti.

E’ nella costruzione di questa identità distinguibile che scopriremo che tutti quei soldi apparentemente buttati in loghi e brand architecture non erano, dopotutto, buttati. Ma scopriremo anche che, come nella musica, ogni cosa nel marketing, non funziona da sola.


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