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Apple Music e content marketing

Erede di iTunes, con il quale condivide l’infinito catalogo, Apple Music ha saputo ritagliarsi un ruolo unico nello streaming musicale puntando su contenuti curati e una personalizzazione che mira a distinguersi dalla concorrenza. Il focus di Apple è sempre stato mettere in primo piano la cura dei contenuti, una strategia che traspare fin dalla fase di registrazione dell’utente.

Apple Music e content marketing.

Al primo accesso, Apple Music indaga sulle tue preferenze musicali chiedendo quali artisti e generi preferisci, tutto attraverso un’interfaccia vivace e coinvolgente. Da quel momento, la sezione For You inizia a costruire playlist personalizzate, create da esperti del settore musicale che affinano le selezioni in base ai tuoi ascolti. Questo approccio umano, dove veri tastemaker creano la tua esperienza musicale, è una delle caratteristiche chiave con cui Apple Music vuole differenziarsi da Spotify.

Ma questa personalizzazione ha i suoi limiti.

Spotify offre un numero maggiore di playlist e metodi per scoprire nuovi artisti, ampliando di fatto le possibilità di trovare musica diversa. Apple, pur investendo molto nella qualità della selezione, sembra soffrire di una mancanza di varietà rispetto al concorrente. La cura del contenuto ha un prezzo: Apple Music rischia di limitare le opportunità per gli utenti di espandere i propri orizzonti musicali.

Apple Music Up Next è un’altra iniziativa interessante. Ogni mese, Apple Music promuove un nuovo artista emergente, anche attravesro gli Up Next Live, concerti dal vivo nei principali Apple Store dopo l’orario di chiusura. È un’opportunità per gli artisti di entrare in contatto diretto con i fan, portando la loro musica a un pubblico nuovo. È uno strumento di marketing intelligente che non solo aumenta l’esposizione dell’artista, ma rafforza anche il legame tra Apple e il mondo musicale.

Un aspetto poco noto ma altrettanto interessante è la funzione lyrics. Spotify l’ha introdotta più tardi, ma Apple Music ha sempre offerto la possibilità di visualizzare i testi dei brani, permettendo agli utenti di cercare una canzone digitando una frase del testo. Questo è un punto di forza per gli amanti della musica, che possono usare Apple Music come una vera e propria enciclopedia musicale.

Video musicali e contenuti extra sono un altro strumento che Apple ha aggiunto. Nella scheda Sfoglia puoi trovare video ufficiali e backstage che avvicinano i fan agli artisti, rendendo l’esperienza musicale più immersiva. Certo, non è una funzione centrale per uno streamer di musica, ma è un valore aggiunto, soprattutto per i fan più accaniti. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere: in un mondo dove YouTube è il re dei video, serve davvero un’altra piattaforma che integra video musicali?

Il pezzo forte di Apple Music, però, è la sezione Radio.

Apple ha investito moltissimo in Beats One, la sua stazione radio live, che trasmette 24 ore su 24 con alcuni tra i migliori DJ e artisti internazionali a condurre programmi e interviste. A differenza di Spotify, che si basa su algoritmi, Apple punta sull’approccio umano per catturare l’attenzione degli utenti. Per i fan più fedeli, Beats One rappresenta un’esperienza che nessun algoritmo potrà mai replicare.

Questa attenzione alla dimensione umana può fare la differenza? Gli utenti preferiranno la quantità offerta da Spotify o la qualità curata da Apple? E tu, cosa hai scelto?

Ma sopratutto, rifletti se la tua musica possa trovare un maggior spazio tra il pubblico di Apple Music rispetto a quello di Spotify.

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La storia della Black Music.

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Nella storia della musica nera lo spiritual e il blues rappresentano l’inizio di tutto, nascono come elaborazione esistenziale del singolo ma anche come reazione collettiva al dramma della schiavitù. Nel corso del tempo queste musiche si sono evolute in altre e altre ancora. Ma quali sono state le realtà sociali che ne hanno determinato la nascita e la diffusione? Qual è il denominatore comune che traccia il percorso di coscienza dell’afroamericano e della sua ribellione?La storia della Black Music indaga tra le pieghe di questi momenti storici ed esplora le motivazioni etiche, sociali e religiose che hanno dato origine a tutte le musiche che dai seminali spiritual e blues si sono sviluppate, per giungere – attraverso il jazz, il soul, il funky, il reggae e il rap – fino alla trap, ultima rilevante forma di espressione musicale inventata dalla comunità di colore. Le otto sezioni del libro sono arricchite dalle storie dei personaggi, degli album e degli avvenimenti di particolare rilievo, da immagini d’epoca e da un centinaio di schede di canzoni emblematiche, ascoltabili direttamente tramite QR code. L’opera è completata da contenuti online quali video, canzoni, fotografi e e approfondimenti relativi agli argomenti trattati nei diversi capitoli. Prefazione di Ronnie Jones.

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L’anima social di Spotify

Non puoi più pensare alla musica come un semplice flusso di note e testi. Ormai, la musica è l’anima pulsante delle interazioni social, il canale privilegiato attraverso cui i brand e le persone si connettono in modo autentico e significativo.

L'anima social di Spotify

In questo articolo mi soffermerò in alcune dinamiche che di fatto influiscono nell’esperienza di ascolto offerta da Spotify e come, di riflesso, queste dinamiche incidano nelle abitudini degli ascoltatori. Scoprirai che nel contesto attuale, la musica non è la vera protagonista assoluta, ma è un veicolo per trasmettere messaggi e intenzioni.

Nel corso dell’ultimo decennio app come Spotify hanno trasformato il mondo musicale in un hub sociale, andando ben oltre la semplice esperienza di ascolto e abbracciando una missione molto più grande: quella di creare una vera e propria comunità. Se pensi che basti creare una playlist per essere parte del gioco, ti sbagli: qui la posta in palio è la costruzione di fiducia, la trasparenza e la connessione autentica.

Il cambiamento nella fiducia degli ascoltatori

Oggi, gli ascoltatori non sono più influenzati dalle classiche campagne marketing. La fiducia è passata nelle mani del cosiddetto “fattore F”: friends, families. In un mondo dove il passaparola digitale tra pari diventa l’ago della bilancia, un brand deve fare molto di più che semplicemente mostrare un prodotto; deve raccontare una storia e inserirsi nelle conversazioni con trasparenza. Questo ha reso la musica stessa un veicolo per quei brand che desiderano avvicinarsi al loro pubblico, Spotify è diventato un ponte, uno spazio dove il dialogo tra aziende e consumatori non è solo consentito, ma anche incoraggiato.

Dalla condivisione limitata al mondo dei social

All’inizio, Spotify era esclusivo, accessibile solo su invito, un po’ come un club musicale riservato ai pochi fortunati. Ma, con il tempo, Spotify ha capito l’enorme potenziale dell’integrazione social. Ora, la piattaforma permette di creare il proprio identikit musicale, con la possibilità di seguire gli amici e scoprire in tempo reale cosa stanno ascoltando. Questa interazione sociale è diventata ancora più forte con l’integrazione di Instagram, consentendo agli utenti di condividere brani direttamente nelle proprie Stories.

Immagina quanto sia potente per un brand inserirsi in queste dinamiche: non è più pubblicità invasiva, ma è presenza naturale, quasi come un amico che consiglia una canzone. Starbucks è un caso emblematico, con la sua collaborazione con Spotify che ha portato l’esperienza musicale dentro i suoi locali e creato una playlist di riferimento che rafforza il legame emotivo con il brand.

La sfida della streaming intelligence

Spotify non è solo una piattaforma musicale; è un sistema che raccoglie dati per proporre contenuti personalizzati attraverso la streaming intelligence. Questa intelligenza permette ai brand di creare campagne pubblicitarie estremamente mirate, grazie alla piattaforma self-service Spotify Ad Studio. È qui che la differenza emerge: la pubblicità non è casuale, ma cucita su misura per un pubblico che vive la musica come parte integrante della sua identità. I marchi possono inserirsi in questo flusso, scegliendo esattamente a chi far arrivare il proprio messaggio, aumentando l’efficacia e, soprattutto, l’impatto emozionale.

il volto etico dI SPOTIFY

Spotify ha dimostrato una forte responsabilità sociale con iniziative come l’Equalizer Project, pensato per promuovere una maggiore presenza di artiste donne nel panorama musicale. Questo impegno va oltre il profitto e si traduce in un’influenza positiva sul pubblico, rendendo Spotify un punto di riferimento non solo per l’intrattenimento ma anche per l’inclusione. Grazie a collaborazioni con brand come Smirnoff, Spotify ha trasformato l’esperienza musicale in un veicolo per il cambiamento sociale, proponendo playlist bilanciate tra artisti maschili e femminili e organizzando eventi e workshop di networking per la crescita di talenti emergenti. Questo non solo migliora l’immagine di Spotify, ma rafforza la fiducia del pubblico, che riconosce il valore del suo impegno etico.

Spotify come social network

Spotify ha raggiunto un pubblico immenso e diversificato, ma non si limita a fornire musica: è uno spazio dove gli utenti possono esprimere se stessi, condividere gusti e opinioni. In questo contesto, i brand hanno la possibilità di interagire con il pubblico in modo più intimo e rilevante. Spotify, quindi, non è solo una piattaforma di streaming musicale: è un social network, un luogo di incontro virtuale dove la musica diventa il linguaggio comune.

In un’epoca in cui i consumatori cercano autenticità e dialogo, i brand devono saper cogliere l’opportunità di Spotify per stabilire una relazione reale con il pubblico. La sfida non è più solo conquistare l’attenzione, ma guadagnarsi la fiducia, costruire valore e dimostrare di essere un interlocutore affidabile.

In questo panorama la musica non è più un’opera d’arte, o d’ingegno fine a se stessa. Ed è una cosa che devi tenere in considerazione nel tuo percorso artistico. Dal mio punto di vista questo è uno stato delle cose che dovresti vivere con una certa serenità, senza lasciarti condizionare.

È però imperativo che tu riesca a trovare il tuo posizionamento in questo contesto. Diversamente, sarai destinato ad appartenere a quel vastissimo gruppo di musicisti che raccolgono pochi streaming all’anno.

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Fare marketing con Spotify

La premessa, che dovrebbe esser ovvia, è che Spotify non è una bacchetta magica che trasforma la tua arte in successo senza un piano preciso. È un campo di battaglia digitale dove l’attenzione degli ascoltatori è merce rara, e solo chi gioca con intelligenza riesce a farcela.

Fare marketing con Spotify

In questo articolo affronteremo le strategie per massimizzare il potenziale di Spotify come strumento di marketing musicale. Il cuore della questione è chiaro: aumentare gli streaming e far crescere il numero di ascoltatori mensili. Ma il trucco sta nel trattenere questi ascoltatori, non solo attirarne di nuovi.

Come convertire gli ascolti in fan

Partirei dal fatto che un singolo stream su Spotify non vale granché, soprattutto se quell’ascoltatore sparisce nel nulla subito dopo. Quello che davvero conta è quanto a lungo riesci a trattenere il tuo pubblico, facendolo tornare per riascoltare le tue canzoni. Ecco perché devi monitorare non solo il numero di streaming, ma anche il rapporto tra questi e il numero degli ascoltatori mensili. Se chi ascolta una volta non ritorna, forse la tua strategia di marketing ha delle falle da tappare.

Ma come puoi trasformare un ascoltatore occasionale in un follower fedele? La risposta non è semplice, ma ci sono diverse strade percorribili.

Da dove arrivano gli ascolti?

La piattaforma offre diverse modalità attraverso le quali le persone possono scoprire la tua musica. Alcune sono legate al caso, come l’algoritmo che piazza il tuo brano nella home di un utente. Altre invece sono più dirette, come la ricerca mirata o le playlist personali di chi ti segue. Ma, attenzione: se i tuoi ascoltatori provengono quasi tutti da una cerchia ristretta di fan fedeli, è il momento di pensare a un’espansione del pubblico. Al contrario, se hai un gran numero di ascoltatori occasionali che non tornano, il problema è nel mantenere la loro attenzione nel tempo.

Qui entrano in gioco le playlist, uno dei motori principali della scoperta musicale su Spotify. E, se vuoi emergere, devi imparare a usarle al meglio.

Playlist: la chiave del successo (se sai come usarle)

Le playlist su Spotify sono fondamentali per far sì che la tua musica venga scoperta e ascoltata. Dovresti già sapere che esistono tre tipologie principali di playlist: personalizzate, editoriali e create dagli utenti. Quelle personalizzate, come la celebre Discover Weekly, sono generate automaticamente dall’algoritmo di Spotify, che tiene conto delle abitudini di ascolto degli utenti. Queste playlist si aggiornano costantemente, offrendo una visibilità potenzialmente esplosiva, anche se spesso fugace.

Le playlist editoriali, curate direttamente da esperti interni alla piattaforma, offrono un’esposizione ancora maggiore. Ma qui sta la sfida: per entrare in una di queste, devi catturare l’attenzione dei curatori, e questo richiede un mix di qualità musicale e, soprattutto, tempismo. Le playlist editoriali tendono a rigenerarsi rapidamente, e rimanerci è privilegio di pochi. Anche le band emergenti, pur avendo un colpo di fortuna con una nuova uscita, potrebbero vedere l’effetto svanire rapidamente se non sanno come mantenere alta l’attenzione.

Spotify for Artists: numeri e strategia

Spotify for Artists è uno strumento che ogni musicista dovrebbe conoscere come le proprie tasche. Non è solo una dashboard piena di numeri, ma una vera bussola per guidarti nelle decisioni di marketing. Qui puoi vedere da dove provengono i tuoi ascolti, quali playlist ti includono e, soprattutto, come il tuo pubblico interagisce con la tua musica.

Immagina di scoprire che una fetta considerevole dei tuoi ascolti proviene da una playlist come Anima R&B. Questo ti dice che il tuo target audience è probabilmente attratto da quel tipo di sonorità. Potresti quindi pensare di allineare la tua promozione social verso quel pubblico, magari collaborando con influencer nel settore R&B o concentrandoti sulle community legate a quel genere.

Best practice per crescere su Spotify

Quali sono le tattiche concrete da seguire per migliorare il tuo profilo e la tua visibilità su Spotify? Ecco alcune strategie efficaci:

  • Verifica il tuo profilo: La spunta blu è un simbolo di credibilità. Non solo per i fan, ma anche per i curatori delle playlist;
  • Chiedi ai tuoi fan di seguirti su Spotify: Un follower è molto più prezioso di un semplice ascoltatore. I tuoi brani saranno inseriti in più playlist automatiche se il numero di follower cresce;
  • Promuovi i tuoi brani sui social media: Non lasciare che sia solo Spotify a portare ascolti. Sfrutta i social per dirigere traffico alla tua musica, utilizzando campagne mirate o contenuti organici;
  • Contatta i curatori di playlist: Molte playlist non editoriali sono gestite da utenti o influencer. Cerca di entrare in contatto con loro per proporre la tua musica.
Errori da evitare

Non tutti i percorsi portano al successo. Alcuni errori possono persino far deragliare la tua carriera su Spotify:

  • Comprare ascolti o posizionamenti in playlist: Sembra una scorciatoia allettante, ma è una truffa che Spotify condanna. Potresti finire per essere bannato.
  • Ascoltare la tua musica in loop: Questa è un’altra pratica ingannevole che l’algoritmo non perdona. Meglio evitare.
  • Limitarsi alla promozione solo durante la fase di rilascio: Se promuovi la tua musica solo quando esce, stai perdendo una grande opportunità di mantenere il pubblico interessato nel lungo termine.
La sfida finale: come mantenere il pubblico

Vorrei chiudere con una riflessione chiave: mentre le playlist offrono un’esposizione importante, la tua vera sfida è mantenere l’attenzione nel lungo termine. Come puoi fare? Costruendo una relazione autentica con il pubblico. Fai in modo che gli ascoltatori salvino i tuoi brani nelle loro librerie, seguano il tuo profilo e condividano la tua musica. E, soprattutto, continua a raccontare la tua storia sui social media, con contenuti che parlano al cuore delle persone.

Cosa stai facendo per trattenere il tuo pubblico su Spotify?
Quali difficoltà hai incontrato?

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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L’importanza di un ringraziamento

Da qualche anno uso la piattaforma Matchfy per popolare le mie playlist Spotify di nuova musica sperando di fare delle belle scoperte. Da qualche mese il sito ha implementato i suoi servizi con un sistema basato su IA personalizzabile che inserisce in automatico i brani nelle playlist cercando di azzeccarne lo spirito: non chiedetemi in base a che criteri.

Ringraziare è importante

Questa automazione rende la vita più facile sia al musicista che al curatore della playlist ma rende anche il rapporto tra le parti più freddo e distratto. Se da un lato l’automazione facilita l’inserimento dei tuoi brani in numerose playlist, questo meccanismo, di fatto, mette in secondo piano il rapporto che potrebbe instaurarsi tra curatore di playlist e musicista.

Sebbene abbia configurato dei filtri piuttosto restrittivi, nella mia collezione di playlist Spotify ogni settimana vengono inseriti centinaia di brani che difficilmente troveranno l’attenzione sperata: ho solo due orecchie, in un giorno ci sono solo 24 ore e molte delle mie playlist hanno poche decine di iscritti.

Quello che voglio farti notare è che il nesso +playlist=+ascolti e +playlist=+popolarità non è proprio così automatico come lo staff di Matchfy vorrebbe farti credere.

Lasciamo per il momento da parte la tesi proposta da Matchfy che sostiene che un brano inserito in migliaia di playlist è in grado di ottenere streaming come non ci fosse un domani.

Poniti queste semplici domande: sono solo gli streaming che vuoi ottenere? Oppure vuoi costruire un rapporto stretto con il tuo pubblico perché continui a seguirti nel tuo percorso artistico?

Ti chiedo questo perché qualche giorno fa mi è arrivata una mail di ringraziamento da un’etichetta discografica per aver inserito un loro brano in una mia playlist. Molto probabilmente una mail automatica, ma comunque ben scritta e circostanziata.

Questa mail di ringraziamento ha attirato la mia attenzione verso il brano che era stato inserito in automatico nella mia playlist e che assolutamente non avevo notato. Il risultato è che sono andato ad ascoltarmelo e l’ho trovato talmente interessante che ho cominciato a seguirne l’autore.

Non c’è solo questo.

Mi è capitato spesso che musicisti citassero nelle loro storie o post la playlist in cui li avevo inseriti, sebbene la playlist non avesse un ampio seguito. Ciò mi ha gratificato e ha fatto in modo che il loro nome mi restasse impresso nella mente.

Il contatto umano, la cortesia e la gratitudine sono le cose che fanno la differenza. Quella differenza che ti distingue dalla massa che si affida ciecamente all’automazione riducendo l’ascolto della musica a semplice e anonimo consumo.

Creare legami con chi ti ascolta non è semplice e richiede tempo, ma è una semina che promette nel tempo un buon raccolto.

Se anche tu usi i servizi di Matchfy per diffondere la tua musica, raccontami la tua esperienza nei commenti.


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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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La saturazione del mercato musicale e come uscirne

Oggi vediamo insieme un po’ di tendenze evidenziate nel rapporto Luminate di metà anno sull’industria musicale. Sebbene sia una vista dall’alto sull’intera industria discografica globale, con dei focus sul mercato americano, questo rapporto ci evidenzia alcune dinamiche che possono interessare direttamente anche i musicisti auto prodotti o esordienti ovvero tutti coloro che ancora non si sono ritagliati uno spazio apprezzabile nel mercato dello streaming.

La saturazione del mercato musicale e come uscirne.

Il rapporto Luminate evidenzia la lenta marcia verso la totale saturazione dell’offerta musicale nei paesi più sviluppati a cui i servizi di streaming musicale rispondono con un rafforzamento della redditività e sull’identificazione di modi per comprendere meglio e monetizzare il loro pubblico. Lo fanno con iniziative che includono aumenti dei prezzi degli abbonamenti e l’introduzione di nuove funzionalità al fine di aumentare il legame ed il coinvolgimento del pubblico.

Date queste condizioni e il più ampio contesto inflazionistico, è evidente come i recenti aumenti dei costi del settore abbiano avuto un impatto negativo sugli abbonamenti alle app di streaming. Ad esempio, lo studio Music 360 di Luminate ha scoperto che le donne che pagano lo streaming sono più attente ai prezzi rispetto alle loro controparti maschili. Secondo la ricerca, più del 51% del pubblico femminile sostiene di voler abbandonare le formule in abbonamento perché troppo costose.

Per un musicista questo significa che, per fronteggiare l’andamento negativo, dovrà trovare un vantaggio aumentando la fedeltà tra gli abbonati attuali e conquistando i nomadi degli abbonamenti. Il rapporto di Luminate da la sua risposta identificando le aree che potrebbero essere più efficaci nell’aiutare alla fidelizzazione degli abbonati.

Sebbene prezzo e catalogo delle app di streaming siano ancora importanti per il pubblico, sono le funzionalità di coinvolgimento più approfondito (concerti in streaming live, contenuti esclusivi sugli artisti, notizie e contenuti aggiuntivi non correlati alla musica) a fare davvero la differenza per portare il pubblico freemium a livello premium.

Questa indagine mette in rilievo che il pubblico non vive di sola musica ed il musicista oggi più che mai deve trovare un livello di coinvolgimento e partecipazione costante alzando la posta e offrendo qualcosa di più dei semplici brani caricati in streaming.

In questo contesto per un musicista esordiente o in auto produzione sfruttare in pieno la comunicazione con micro contenuti tramite social come Instagram, Facebook e Tik Tok, nonché offrire contenuti esclusivi tramite YouTube, qualcosa come live in streaming o micro eventi domestici, diventa sempre più indispensabile per non rimanere ai margini di un panorama saturo di offerta musicale.


La scimmia nel cassetto. Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza

di Riccardo Scandellari
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Nel cassetto teniamo le cose più preziose, i sogni e tutto ciò che non abbiamo il coraggio di essere o mostrare. Tutti noi abbiamo progetti, obiettivi e aspirazioni, vere e proprie scimmie che rimangono intrappolate, che non possono nemmeno urlare per la frustrazione di dover restare chiuse in un cassetto. In silenzio.
Che cos’è peggio? Fallire o la paura di fallire? Tentare e non riuscire o non tentare affatto? Esprimere il proprio pensiero ed essere criticati o soffrire in silenzio senza dire nulla? Mettersi in gioco o rimanere nell’incertezza per non averci provato? La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla.
Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe ma chi si appassiona alla narrazione.

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Soundcloud e le Fan Powered Royalties

Non l’ho sperimentato o visto in azione, ma il modello di pagamenti Fan Powered Royalties, messo in pratica da Soundcloud, è diventato particolarmente interessante per gli artisti musicali emergenti dopo che Spotify e Deezer hanno reso più restrittivi i loro criteri.

Soundcloud e le Fan Powered Royalties

In pratica, le royalty generate dall’ascolto dei fan dell’artista finiscono direttamente nel portafoglio dell’artista stesso senza finire nella ripartizione in percentuale che è meno equa e trasparente. Secondo le intenzioni di Soundcloud, questo modello avvantaggia gli artisti indipendenti e consente ai fan di svolgere un ruolo importante nel successo dei loro artisti preferiti.

Le royalty generate dai fan vengono riconosciute in base alla porzione di tempo trascorso ascoltando ciascun artista. La somma totale di denaro generata da un fan ascoltando un artista si basa su alcuni fattori:

  1. Quanto il fan ascolta quell’artista rispetto a tutto il tempo di ascolto in un dato mese;
  2. Quante pubblicità ha consumato il fan;
  3. Se il fan ha un abbonamento a pagamento a SoundCloud Go+.

Per monetizzare con il modello Fan Powered l’artista deve avere un abbonamento Next Plus o Next Pro che consentono l’accesso alla dashboard di SoundCloud for Artists. Con questi due piani Soundcloud si pone come antagonista di servizi come Tunecore o Distrokid offrendo servizi agli artisti musicali che vogliono distribuire le loro creazioni a tutti i principali servizi di streaming. Non sono previsti requisiti di idoneità per monetizzare e distribuire con SoundCloud for Artists.

Il programma Fan Powered Royalties poggia anche sulla funzione Fan, tuttora in Beta Test, che permette agli artisti musicali di individuare quali sono i loro fan più appassionati e di contattarli direttamente tramite messaggi privati.

Questi strumenti hanno lo scopo di consentire agli artisti musicali di costruire relazioni dirette con il proprio pubblico sulla piattaforma, chiedere feedback su tracce private, promuovere nuove tracce e uscite, presentare tracce, identificare altri artisti e promuovere spettacoli ed eventi live e virtuali.

Dalle informazioni che ho raccolto queste nuove funzionalità di Soundcloud lo rendono uno strumento molto interessante per qualsiasi esordiente che può sperare in un maggior numero di entrate, ma ha anche uno strumento per stringere legami solidi con la sua base fan.

La visione di Tracy Chan, Chief Content Officer di Soundcloud sul mercato dello streaming musicale e perché non funziona bene con gli emergenti è piuttosto chiara:

“La promessa del modello di business dello streaming musicale è che come artista puoi portare la tua musica nel mondo e costruire una base di fan e con quella base di fan puoi fare soldi vendendo ai tuoi fan biglietti, merchandising e musica, e guadagnarti da vivere comodamente con la tua arte…Ma ecco il punto…quella promessa è vuota. Lo streaming non funziona per la stragrande maggioranza degli artisti. Perché i servizi di streaming non ti diranno chi sono i tuoi fan. Invece, gestiscono modelli di business basati sulla vendita dell’accesso ai tuoi fan. E i servizi di streaming non sono gli unici: nemmeno le piattaforme di ticketing e merchandising ti diranno chi sono i tuoi fan…Lo sporco segreto dell’industria musicale è che queste piattaforme si aspettano che tu fornisca loro contenuti e vendite per alimentare i loro profitti, ma si rifiutano di dirti chi sta ascoltando le tue canzoni (o comprando i tuoi biglietti e il tuo merchandise). Promesse fatte, promesse non mantenute”.

La strada intrapresa da Soundcloud non è certo l’unica per stringere legami forti con il pubblico, ma il servizio offerto si presta come una scorciatoia rapida e sostenibile l’artista musicale che vuole valorizzare il suo patrimonio di fan; perché è bene ricordare che il pubblico non si acquista ma si conquista.

Se vuoi saperne di più
https://help.soundcloud.com/hc/en-us/articles/1260801306810-Fan-powered-Royalties-FAQs


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Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Prima di contattare un curatore di playlist perché inserisca il tuo brano nella sua playlist, usando servizi come Match.fy o SubmitHub o direttamente tramite social, ti sei mai fermato ad ascoltare la sua selezione per assicurarti d’essere in linea con il gusto di quella selezione?

Ai curatori di playlist piace la tua musica?

Non intendo solo di essere in linea con il genere musicale, ma anche con il testo e con le vibrazioni, con il mood, che la playlist nel suo insieme trasmette. Ti potrebbe sembrare un lavoro superfluo, magari una perdita di tempo, in realtà si tratta di un’indagine strategica per comprendere se la tua musica troverà un pubblico in grado di apprezzarla e comprenderla.

Non c’è solo questo, devi anche assicurarti che gli altri brani abbiano almeno la stessa qualità creativa e tecnica del tuo brano: la mela buona in un cesto di mele marce rischia di fare la loro stessa fine.

Ci sono alcuni curatori che creano playlist con passione e amore della musica, altri che sono mestieranti in cerca di profitto, in entrambi i casi le playlist si rivelano dei calderoni nei quali il singolo artista fatica ad emergere, ovvero, fatica raccogliere follower.

Scegliere con cura le playlist a cui proporre i tuoi brani ti aiuterà a farti conoscere da un pubblico più ricettivo al tuo sound aumentando la possibilità di raccogliere follower.

Come è stato dimostrato  dalle analisi sulle abitudini dei superfan, questo genere di pubblico è molto prezioso per un artista musicale, è il suo zoccolo duro: genera ascolti ripetuti ed è disposto a spendere tempo e denaro per live o merchandising.

Creare un ambiente più sano per i musicisti e per chi ascolta musica inizia proprio dal selezionare i curatori di playlist più responsabili e professionali.


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Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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marketing musicale musica streaming social media social music marketing social network superfan

Insidr Music: il modello Onlyfans applicato alla musica.

È sbarcata in Italia la nuova piattaforma di streaming Insidr Music che si distingue dalle altre per l’offrire agli artisti un modello di retribuzione diretto da parte dei fan.

Insidr Music, il modello Onlyfans applicato alla musica.

Con questo modello, molto simile a quello applicato da Onlyfans, Insidr Music permette ai fan di supportare i creator… ops i musicisti, pagando un abbonamento il cui importo viene stabilito dallo stesso artista. Dal canto suo, l’artista musicale potrà offrire contenuti aggiuntivi al suo catalogo istituzionale per gratificare la fedeltà del suo pubblico.

Insidr Music va a colmare il supposto vuoto creato dalla migrazione degli artisti non legati ad alcuna struttura discografica dopo l’entrata a regime dei nuovi modelli di pagamento di Spotify e Deezer, sistemi che penalizzano i nomi con basso e bassissimo ascolto a favore dei contenuti più premiati dal pubblico.

“Se solo una decina di fan ascoltasse una determinata canzone una volta al giorno per un mese, l’artista titolare dei diritti sul brano con Insidr Music guadagnerebbe 37,24 sterline, contro le 0,86 che si vedrebbe corrispondere da Spotify” a fronte dello stesso volume di ascolti, osserva una nota dell’azienda, che sostiene di poter offrire ai futuri associati ricavi del 4000% superiori a quelli dei DSP tradizionali.”

Il modello di business di Insidr Music per certi versi può ricordare quello di Bandcamp, piattaforma nata per garantire agli artisti la totale indipendenza. Si distingue perché specificamente pensato per lo streaming e il coinvolgimento musicale. Insidr offre uno spazio dedicato ai musicisti per condividere la propria musica, interagire con i fan e offrire contenuti esclusivi tramite abbonamenti.

Di fatto si presenta come un distributore non esclusivo che si muove parallelo ad altri distributori come TuneCore, Distrokids etc…

Non ho trovato informazioni precise su come l’App tratti le varie royalty. Per capirci, puoi pubblicare anche brani su cui altri godono diritti come, per esempio, la tua etichetta discografica?
E nel caso di cover?

Vai a Insidr Music


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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Per un marketing musicale umanistico.

Il marketing musicale umanistico è una strategia che mira a promuovere la musica in modo etico e umanamente rilevante, mettendo al centro l’artista e i valori positivi. Non è una via semplice, ma è una via percorribile da cui sia l’artista che il suo pubblico possono avere vantaggi condivisi. Ecco alcune soluzioni possibili:

Per un marketing musicale più umanistico

1. Autenticità e trasparenza

Come artista musicale devi essere autentico, sincero e trasparente nelle tue interazioni con i fan e nella promozione della tua musica. Lo puoi fare attraverso interviste oneste, video o narrazioni dal backstage, storie personali e momenti significativi da condividere con il pubblico.

2. Concentrarsi sulle storie

Racconta storie coinvolgenti sulla tua vita professionale e artistica, le tue ispirazioni, i tuoi sforzi e l’impatto della tua musica nella vita delle persone. Le storie possono creare un legame emotivo più forte tra l’artista e il pubblico.

3. Messaggi positivi e ispiratori

Promuovi la musica con messaggi positivi e ispiratori. Messaggi che possano aiutare le persone a trovare forza, speranza e conforto. La musica ha il potere di trasmettere emozioni e i messaggi positivi possono avere un impatto duraturo sul pubblico.

4. Collaborazioni con scopi umanitari

Se lo senti nelle tue corde, collabora con organizzazioni umanitarie o sostieni cause sociali attraverso la tua musica. Queste iniziative mostrano il lato empatico dell’artista musicale e possono contribuire a sensibilizzare il pubblico su temi importanti. Ma attenzione, sostenere un’associazione è un impegno serio che richiede maturità e consapevolezza. Devi essere consapevole che tuoi atteggiamenti errati possono creare danni, ma sopra ogni cosa, la tua collaborazione deve essere sincera e motivata. L’ipocrisia e le bugie hanno le gambe corte.

5. Coinvolgimento del pubblico

Favorisci l’interazione diretta con il tuo pubblico tramite social media, live streaming, incontri e sessioni di ascolto. Questo coinvolgimento crea un senso di comunità e connessione più profonda. Il senso di comunità è il legame più profondo che puoi costruire con i tuoi fan.

6. Sostenere la diversità e l’inclusione

Comunque tu la pensi, il tuo marketing musicale deve promuovere l’uguaglianza e rispettare la diversità di genere, etnia, orientamento sessuale e ogni background culturale. Rispetto ed educazione devono essere le tue parole d’ordine. Magari non sei d’accordo con il tuo interlocutore ed è giusto che tu difenda le tue opinioni, ma non dimenticare mai il rispetto.

7. Limitare il consumo eccessivo

Evita pratiche di marketing aggressive o invadenti che possano sfruttare il pubblico o spingere al consumo eccessivo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere la musica in modo sostenibile e rispettoso dei comportamenti che regolano delle sane interazioni tra gli individui.

8. Collaborazione con fan e follower

Coinvolgi i fan nell’elaborazione delle strategie di marketing o nella realizzazione di video e contenuti. Questo coinvolgimento rende i fan parte integrante del processo creativo, li farà sentire valorizzati.

9. Sostenere il benessere mentale degli artisti

Prenditi cura del tuo benessere mentale. Un marketing musicale umanistico non tralascia la salute e il benessere degli artisti, riconoscendo che il loro equilibrio emotivo è essenziale per la creazione di musica significativa.

10. Rispetto dei diritti d’autore

Assicurati di lavorare con editori e partner che rispettino i tuoi diritti d’autore e una giusta remunerazione per la tua musica. Il consiglio è di informarti e di imparare a conoscere quali sono i tuoi diritti e i tuoi doveri contrattuali. Non fidarti ciecamente, ma verifica che chi ti circonda meriti la tua fiducia e sia trasparente nel suo agire.

Queste soluzioni promuovono un marketing musicale centrato sull’artista, etico e incentrato su un onesto rapporto con il pubblico, creando connessioni più profonde tra le due parti e contribuendo a un’esperienza musicale più significativa.

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Il futuro dei musicisti è nei superfan?

Se il tema dominante nell’industria discografica del 2023, è stata l’AI generativa, per questo 2024 sembra essere il superfan. Ma cos’è un superfan?

I superfan sono la salvezza dei musicisti?

Secondo Luminate, la società di ricerche americane, un superfan è un ascoltatore di musica di età pari o superiore a 13 anni che interagisce con un artista e i suoi contenuti in oltre 5 modi diversi: streaming, social media, acquisto di musica fisica, articoli di merchandising, partecipazione ai live.

Il superfan ha una sua specificità che identifica quanto il suo ruolo ed i suoi comportamenti siano interessanti per l’artista musicale:

  • Per il 54% sono più impegnati di un fan comune nello scoprire nuovi artisti e nuova musica trasferendo poi questo entusiasmo per le novità a famigliari e amici;
  • Il 59% in più della media dei fan ritiene che sia fondamentale il rapporto personale con l’artista;
  • Il 45 % in più dei comuni consumatori di musica ama essere parte di un fandom o community.

Negli Stati Uniti i superfan rappresentano il 15% della popolazione generale di età superiore ai 13 anni e stanno influenzando sia l’evoluzione della musica sia le relazioni degli artisti con i loro ascoltatori. Le ricerche su questa nuova figura hanno svelato che le persone che acquistano CD, cassette o vinili, hanno una probabilità più che doppia (+128%) di essere superfan della musica, spendendo ogni mese più dell’80% in più rispetto all’ascoltatore.

Il fenomeno dei superfan è stato misurato, ovviamente, sulle community delle grandi star che offrono opportunità di amplificazione dell’artista che vanno oltre le piattaforme streaming. Nel contempo ha rivelato che il superfan non si limita al consumo passivo della musica, ma è un soggetto attivo in tutto ciò che coinvolge l’artista: social media, concerti e merchadinsing in prima battuta.

L’esperienza ha dimostrato che gli artisti superstar ottengono il massimo valore dai superfan quando interagiscono più profondamente con loro: il coinvolgimento attivo e l’opportunità di connettersi con altri fan sono infatti le basi che consentono di attivare una super-fandom.

Appartenere a un fandom fornisce dunque un innegabile senso di comunità e questo senso di appartenenza è un’esperienza umana fondamentale ben nota agli esperti di marketing e legata a quei meccanismi sociali, naturali, tipici della natura umana. Una ricerca di Spotify dello scorso anno conferma che, in termini economici, una piccola parte del pubblico attivo contribuisce molto di più in termini di coinvolgimento – e reddito – per un dato artista:

In media tra tutte le dimensioni degli artisti i super ascoltatori costituiscono il 2% del fatturato di un artista e rappresentano oltre il 18% degli streaming mensili

Un dato incontestato è che i superfan sono più legati all’artista, ascoltano più assiduamente la sua musica, acquistano biglietti, merchandising e supporti fisici.

Piattaforme come Deezer, Soundcloud stanno puntando la loro attenzione sui superfan, offrendo agli artisti musicali strumenti utili per intercettare questo segmento del mercato musicale.

Di suo, artista musicale può scatenare l’interesse di queste persone lavorando sulla sua presenza online creandosi un’immagine solida, attrattiva e riconoscibile, che aggreghi interessi e passioni condivise attorno ad una community attiva. Si tratta di andare oltre la semplice offerta musicale e aprire un dialogo dove l’interazione con il pubblico crei un senso di comunità e di appartenenza.


Lettura Consigliata

Condivide et impera. Convinci con il cervello, persuadi con il cuore e influenza per come sei Copertina flessibile
di Rudy Bandiera

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Stiamo andando verso un mondo diverso da quello che conosciamo, in cui genitori e figli vivono realtà distanti e parallele, che non ha ancora regole comuni, “non codificato”, destabilizzante: digitale in cui si compra, si vende, si parla, ci si innamora e si fa business. Come posso creare un’immagine online che generi fiducia? Come e dove trovare le persone “influenti” del mio settore, raggiungerle e stringere con loro rapporti profittevoli? Chi sono gli influencer? Come misurare chi è davvero influente e come posso esserlo a mia volta? Come reagire in caso di crisi, attacchi personali o alla mia azienda? Come misurare le attività che vengono svolte in rete? È possibile trovare nuove forme di “pubblicità” per prodotti o servizi? Perché le persone usano i social e come posso utilizzarli io in modo proficuo, oltre che divertente? È possibile fare business usando internet e le relazioni che si creano sul web? Queste sono le domande a cui il libro risponde, perché in questo mondo che cambia tanto rapidamente, per poter vivere meglio e prosperare, abbiamo il dovere di rimanere al passo, trovando nuove forme di comunicazione e costruendo tutti insieme un nuovo codice di comportamento e strade per il business innovative.

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