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Le fonti di guadagno nella musica

Fare soldi con la musica non è un gioco da ragazzi. Per esempio, anche una band di successo medio, con un seguito nazionale stabile e un contratto con una label solida, deve affrontare un puzzle complesso di flussi monetari. Se sei un musicista o qualcuno che vuole comprendere come funziona davvero il business musicale, questa analisi ti servirà come una mappa preziosa.

Le fonti di guadagno nella musica

In questo post ti dimostrerò che c’è una verità che emerge con chiarezza: essere un artista non è solo creare musica, ma anche gestire un’impresa.

Partiamo da un concetto chiave che molti sottovalutano: il posizionamento. Che si tratti di autoproduzione o di una major, di un successo locale o di un tour internazionale, ogni artista vive il suo posizionamento nel mercato. Ma attenzione, non è un percorso lineare e non è solo una questione di crescita quantitativa. Anche in un contesto indie o di autoproduzione, i flussi di denaro non smettono mai di essere complicati.

Per chi non è del settore, il concetto di royalties potrebbe sembrare astratto. Sappiamo che ogni volta che una canzone viene acquistata, ascoltata in streaming, passata in radio o usata in un videogioco, ci sono soldi in ballo. Ma la realtà è che i guadagni vengono divisi in mille rivoli: l’etichetta, gli autori, i distributori (come Spotify e iTunes), persino la piattaforma che offre la canzone. E qui comincia il dilemma: quante di queste royalties vanno effettivamente agli artisti?

Dividere la torta delle royalties significa spartire i proventi fra composizione e registrazione, con ulteriori suddivisioni in base a dove e come viene utilizzata la musica. Ecco alcuni esempi chiave che ti faranno riflettere:

Royalties di streaming e download: questi guadagni derivano da streaming, radio online e piattaforme digitali.
Vendita di copie fisiche: qui rientrano le vendite fisiche di cd, vinili e musicassette.
Royalties meccaniche: guadagni derivati dall’ascolto pubblico di supporti fonografici fisici o digitali.
Royalties sulle esibizioni: sia che si tratti di un concerto o dell’uso in luogo pubblico della tua musica.
Diritti connessi: guadagni che spettano a produttori dei supporti fonografici e agli artisti interpreti o esecutori dei brani.
Commissioni licenze synch: Si guadagnano quando la musica è usata in film, pubblicità o videogiochi.

Questa suddivisione richiede una gestione attenta o, come spesso accade, il musicista si ritrova a corto di risorse. Questo perché anche se ci sono più flussi di guadagno, una parte consistente finisce nelle mani di chi offre la piattaforma o fornisce i servizi necessari.

A questo punto vorrei soffermarmi un attimo sulla pratica dell’anticipo discografico, un prestito che la label fornisce per coprire produzione, mastering e artwork. La cosa che molti musicisti non capiscono è che questi soldi sono un debito da ripagare, non un guadagno immediato. E spesso l’importo non copre tutte le spese, obbligando la band a cercare risorse altrove, magari reinvestendo i propri risparmi o affidandosi ai ricavi del merchandising.

Proprio su quest’ultimo punto vale la pena soffermarsi.

Il live e il merchandising sono ancora fondamentali per far quadrare i conti. Ma anche qui, ci sono spese di trasporto, vitto e crew da considerare, tutte cose che assottigliano i profitti. Se pensi che basta riempire un locale per guadagnare, stai sottovalutando la situazione. Le spese da coprire prima di ottenere il vero guadagno sono tantissime, e spesso è il merchandise a dare una spinta in più.

La promozione, altra spina nel fianco per molte band, non è gestita a livello capillare dalla label. Certo, la casa discografica si occupa delle sue pagine social e del sito, ma quando si tratta di creare hype o portare l’attenzione sul nuovo album, è spesso la band stessa a doversi muovere. E non è un lavoro semplice. L’assunzione di esperti in comunicazione o addetti stampa è quasi d’obbligo, e ogni professionista aggiunge un altro costo.

Un musicista deve sempre tener presente che il mondo della musica è un campo minato di complessità finanziarie. Dall’anticipo discografico alla gestione dei diritti, fino alla promozione e al tour, ogni passo richiede pianificazione e, spesso, sacrificio personale.

Ma quindi, come può una band emergente evitare di affondare in questo mare di debiti e complessità? Ecco alcune strategie pratiche:

  1. Diversificare i flussi di guadagno: Non contare solo sulle vendite di album. Sfrutta la sincronizzazione, il merchandising e persino il crowdfunding.
  2. Tagliare le spese superflue: Fai attenzione a dove spendi. A volte autoprodurre un album in parte può essere più vantaggioso.
  3. Investire nella promozione: Anche se l’etichetta non copre tutti gli aspetti, assicurati di avere una strategia di marketing solida. Ogni euro speso in visibilità potrebbe ritorcersi in futuro sotto forma di fanbase fidelizzata.
  4. Sii flessibile: Il mercato musicale cambia costantemente. Sfrutta le opportunità, adatta il tuo posizionamento e cerca nuove vie per monetizzare.

La domanda che dovresti porti è: che cosa stai facendo per garantire che la tua musica non sia solo arte, ma anche business?

Se vuoi far crescere il tuo progetto musicale, è fondamentale mettere in atto strategie mirate e pianificare il tuo lavoro per il raggiungimento di obiettivi concreti.

E tu? Quali strategie hai trovato più efficaci nel bilanciare creatività e business? Scrivimi nei commenti qui sotto e condividiamo idee.

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Marketing musicale in Danimarca: Uno studio sui bisogni degli artisti per la comunicazione di marketing.

di Taryn O’Leary

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A causa del calo delle vendite di CD e dei consumatori economici, l’industria musicale è attualmente impegnata a mantenere vivi i flussi di reddito. Con l’avvento della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, l’industria musicale lotta per affrontare e beneficiare dei cambiamenti. Inoltre, gli artisti musicali sono notevolmente gravati dalla mancanza di rimborsi per il loro lavoro creativo a causa dell’aumento complessivo della pirateria musicale e del download illegale. Questa tesi esplora le promozioni degli artisti, la comunicazione di marketing e la gestione delle relazioni come mezzi per sopravvivere nell’ambiente musicale volatile e superare questi tempi di difficoltà. Esamina inoltre il mercato musicale danese e il modo in cui la comunicazione di marketing dovrebbe essere modellata per promuovere gli artisti in modo appropriato e vantaggioso.

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business diritti d'autore royalty Spotify

Le nazioni più redditizie su Spotify

I criteri con cui Spotify distribuisce le royalty ai singoli artisti non è proprio così lineare come alcuni, ancora troppi, pensano. La ripartizione non si basa solo sul conteggio degli ascolti, ma tiene conto anche di altri fattori fra cui il paese di provenienza dell’ascoltatore.

Le nazioni più redditizie su Spotify

Leggi: Le Royalty Spotify spiegate al popolo

Uno dei fattori che determinano le royalty agli aventi diritto è il paese di provenienza degli ascoltatori: Spotify infatti premia gli ascolti provenienti dai paesi con il maggior numero di abbonati Premium elargendo royalty un po’ più cospicue.

Mi sono divertito a spulciare quali sono i paesi più redditizi secondo Spotify e voglio condividere con te il frutto di questa piccola ricerca che può darti un’idea dello stato delle cose.

Secondo la mia ricerca, nell’ecosistema Spotify tra le nazioni meno redditizie troviamo Algeria, Azerbaijan, Uzbekistan e Oman che rendono al massimo circa 0,00000700 dollari per ascolto.

Leggermente meglio l’Albania che si aggira attorno ai 0.00000951 dollari per ascolto, mentre un salto lo abbiamo con Kuwait e Barain  con i loro 0.00003500 dollari per stream.

Nell’est europeoe le cose cominciano andar meglio in Bulgaria e Slovacchia con le loro punte di 0.00015701 dollari per ascolto. Ma ancor più riconoscenti sono le due isole Malta e Taiwan che con i loro 0.00116711 aggiungono un’altro decimale al modesto importo.

Facciamo un saltino nell’America Latina dove scopriamo che Messico e Brasile portano l’importo di un ascolto a 0.00264555 dollari, ma attenzione perché da quelle parti nazioni come la Bolivia ti riportano indietro a 0.00002900 senza passare dal via.

Quando finalmente entri nel club delle nazioni più industrializzate come Italia, USA, Giappone, Francia o Germania l’importo ha un salto di qualità e arriva sino a 0.00674664 dollari per stream.

Ma il top di gamma sono Svizzeri, Scandinavi e le grandi isole d’Europa, Islanda e Regno Unito, che con le loro punte di 0.00854517 dollari per ascolto sono la meta più ambita.

E dopo tutto questo sciorinar di cifre, ora hai le idee più chiare su quanto lavoro devi fare per mettere insieme il pranzo con la cena affidandoti alle royalty di Spotify.

Forse ti serve anche un Piano B, non trovi?


Gli altri ottanta.
Racconti dalla galassia post-punk italiana

di Livia Satriano
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Dopo l’esplosione del punk anche in Italia si è verificato un rinascimento musicale. In un momento di riflusso e stagnazione culturale, alcune band hanno saputo interpretare al meglio e in totale controtendenza il bisogno di cambiamento.

La new wave italiana è il risultato di una contaminazione di molteplici generi tra cui rock, elettronica, pop, reggae e disco music. Le possibilità sembravano infinite e c’era la volontà di costruire qualcosa di realmente diverso. Questi esperimenti hanno generato una scena seguita da migliaia di giovani in fuga dall’individualismo dilagante, gettando le basi per nuove mutazioni che ci hanno accompagnato fino a oggi.

Gli altri Ottanta è un libro che raccoglie le testimonianze di alcuni tra i più importanti musicisti dell’epoca: un racconto corale a partire dai tardi anni settanta per arrivare alla fine del decennio successivo, un periodo di grandi contraddizioni, dalla crisi dei movimenti politici al nuovo boom economico. Gli ottanta non sono soltanto quelli del culto dell’ottimismo e del superfluo, non solo dance e synth-pop commerciale, ma anche un laboratorio di forme di comunicazione innovative.

Qui potrete ascoltare le voci di quattordici musicisti che hanno iniziato a muovere i primi passi proprio allora, un viaggio alle origini della scena musicale indipendente italiana, alla ricerca di quelle magie creative che l’hanno resa indimenticabile.

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diritti d'autore intelligenza artificiale metadata musicali

I Principi per la Creazione Musicale con l’AI di Roland e UMG

Il brand di strumenti musicali Roland e la label Universal Music Group ha stilato un manifesto con i sette principi base che dovrebbero guidare la creazione musicale nell’era dell’intelligenza artificiale.

Principi per la Creazione Musicale con l'AI di Roland e UMG

Lo scopo di questo manifesto è quello di aggregare intelligenze con lo scopo di “un progetto di ricerca collaborativo focalizzato sullo sviluppo di metodi per confermare l’origine e la proprietà della musica” ed inoltre “Adottando questi principi, aziende e organizzazioni si impegnano a proteggere i contributi vitali della creatività umana e allo sviluppo e all’applicazione responsabile dell’intelligenza artificiale per la creazione musicale”.

Questi sono i sette principi base per la creazione musicale con l’intelligenza artificiale:

  1. Crediamo che la musica sia fondamentale per l’umanità. Godere e creare musica è parte integrante della nostra salute, benessere e felicità. La musica fornisce una connessione umana tra noi e il mondo che ci circonda ed è profondamente personale.
  2. Crediamo che l’umanità e la musica siano inseparabili e che la musica con il vero significato non possa esistere senza il contributo creativo diretto delle persone.
  3. Dagli strumenti acustici a quelli elettronici, crediamo che la tecnologia supporti da tempo l’espressione artistica umana e, applicata in modo sostenibile, l’intelligenza artificiale amplificherà la creatività umana.
  4. Crediamo che le opere create dall’uomo debbano essere rispettate e protette e che meritino la tutela del diritto d’autore in modo univoco. L’uso di opere protette da copyright – e l’uso del nome/immagine/somiglianza/voce dell’artista musicale da parte di altri – deve essere autorizzato prima dell’uso e agli artisti musicali dovrebbe essere dato un riconoscimento per il loro contributo.
  5. Riteniamo che la trasparenza sia essenziale per un utilizzo responsabile e affidabile dell’intelligenza artificiale. Per stabilire e mantenere la fiducia di tutte le parti interessate, dai fan agli artisti, le piattaforme e le politiche creative basate sull’intelligenza artificiale devono dare priorità alla tenuta dei registri e alla divulgazione, puntando al contempo luce su coloro che creano.
  6. Crediamo che il punto di vista degli artisti musicali, dei cantautori e di altri creatori debba essere ricercato e rispettato mentre le esperienze creative basate sull’intelligenza artificiale vengono immaginate, pianificate, pianificate e implementate.
  7. Siamo orgogliosi di contribuire a dare vita alla musica. Insieme, attraverso gli strumenti musicali che produciamo, gli artisti e i cantautori che rappresentiamo e i programmi di educazione musicale che supportiamo, ispiriamo e consentiamo la creatività.

Questi principi toccano i punti caldi relativi gli abusi che l’uso dell’IA, per sua natura, può generare e di fatto pongono le basi sul modo in cui può essere regolato il mercato dei diritti d’autore nell’impiego delle intelligenze artificiali generative.

Leggi i 7 Principi su https://aiformusic.info/


Guida completa al Crownfunding

di Carmine La Mura
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Il testo mira ad analizzare gli aspetti civilistici, fiscali ed il funzionamento dello strumento del Crowdfunding, con l’obiettivo di costituire un valido sussidio sia per quanti volessero presentare un progetto, sia per potenziali investitori che invece desiderano meglio approfondire l’argomento.

Analisi, casi operativi, aspetti legali, tributari e suggerimenti per una campagna di successo. L’eBook in pdf di 255 pagine è aggiornato con:

Circolare MiSE del 25 febbraio 2021
Decreto MiSE pubblicato in G.U. il 15 febbraio 2021
Agevolazioni fiscali
Regolamento UE 1503/2020 pubblicato il 7 ottobre 2020 sulla G.U. dell’Unione Europea e applicabile a decorrere dal10 novembre 2021 e disciplina transitoria

Un apposito capitolo è dedicato alla fase di programmazione ed attuazione di una Campagna di Crowdfunding basata sull’analisi di numerosi casi di successo in Italia ed all’estero.

Verranno forniti suggerimenti pratici ed operativi, nonché un’illustrazione degli strumenti e risorse online più utili per lanciare efficacemente la raccolta fondi.

Si partirà da un’analisi del fenomeno, con l’illustrazione di casi operativi, successivamente si illustreranno le diverse forme di Crowdfunding, e le piattaforme più diffuse, analizzandone le caratteristiche peculiari.

Un apposito capitolo illustrerà l’attuale quadro normativo che è stato oggetto nel 2019 di importanti modifiche specie alla disciplina dell’Equity Crowdfunding. Essendo il Crowdfunding uno strumento altamente innovativo, non sempre vi sono specifiche disposizioni tributarie che lo regolamentano, pertanto, a tali problematiche ed alle agevolazioni fiscali fruibili sarà dedicato un apposito approfondimento. L’ultimo capitolo presenterà dei suggerimenti operativi per impostare con successo la propria campagna.

La stessa può suddividersi in una fase pre-lancio ed una fase di lancio, per ognuna vi sono delle attività da svolgere per raggiungere gli obiettivi di raccolta prefissati. Si fornirà uno schema che illustra per ogni fase i compiti da portare a termine, illustrandone successivamente i principali.
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business diritti d'autore You Tube

Le royalties musicali su YouTube

Per l’ascolto della musica in streaming il canale più utilizzato, dopo Spotify è YouTube. Si, proprio per l’ascolto, non necessariamente per la visione dei video. Generalizzando, potrei dire che Spotify è l’app preferita dai Millennials, mentre YouTube è l’app preferita dai Boomers.

Le royalties musicali su You Tube
courtesy Pexels.com

La gara per il podio tra le due piattaforme è piuttosto agguerrita e YouTube in questi anni non è stata indifferente alla scalata di Spotify tanto che ha aperto un servizio parallelo chiamato YouTube Music per offrire un’esperienza d’ascolto più leggera, adatta ai dispositivi mobili.

Anche YouTube, ovviamente, può essere una piattaforma redditizia per creatori, artisti e cantautori. I video contenenti musica su YouTube possono generare royalties anche per la componente video, oltre che per le registrazioni audio e le composizioni. Lo fa attraverso le entrate pubblicitarie, sulla base delle rivendicazioni dei titolari dei diritti che controllano i contenuti di tali video.

I video di YouTube monetizzati generano royalties meccaniche e di performance per i cantautori e qualsiasi video che contiene una canzone, anche il video di una cover o di una performance dal vivo, può essere monetizzato dagli editori.

La cosa interessante è che gli editori possono rivendicare qualsiasi video su YouTube su qualsiasi canale che contenga musica controllata da loro e dai loro autori, indipendentemente dal fatto che il video contenga una registrazione ufficiale, un’esibizione dal vivo, una cover o altro.

Quando una piattaforma di distribuzione carica su YouTube un brano, a questi viene assegnato un codice, un Content ID, ogni volta che il brano viene utilizzato in un video, l’editore può scegliere di monetizzare quel video e raccogliere le royalties, se il video è idoneo. Ho visto personalmente casi in cui video amatoriali di vacanze monetizzare più del video ufficiale.

Su You Tube le canzoni guadagnano royalties in due modi: dalla registrazione principale, il  file audio effettivo e dalla composizione, musica e testi. Devi tener presente però che la maggior parte delle etichette discografiche/distributori controllano solo le registrazioni principali, pertanto raccolgono solo le royalties generate dalla registrazione principale su YouTube. Se sei un cantautore, ti sono anche dovute le royalties generate dalla composizione e potresti non riceverle da YouTube tramite la tua etichetta o distributore. In questi casi, per raccogliere questi diritti dovresti iscriverti ad una società di collecting.

Le royalties generate da YouTube sono essenzialmente una parte delle entrate pubblicitarie. Gli annunci vengono pubblicati sui video solo da un titolare del copyright, un’etichetta per esempio, che rivendica un video e dice a YouTube di monetizzare quel video. Ovviamente, vengono generate royalties anche per i video di YouTube visualizzati tramite i servizi di contenuti a pagamento come YouTube Red e YouTube Music.

I tassi di royalties su YouTube dipendono da molti fattori e sono notoriamente fonte di confusione. Le tariffe dipendono dal tipo di annuncio offerto sul video, dal territorio in cui è avvenuta la visualizzazione, dal periodo dell’anno, dalla piattaforma YouTube, a pagamento o meno, e da molti altri fattori. Per questo motivo, è molto difficile stimare quanto guadagnerà un video in entrate pubblicitarie.

Per monetizzare con i video su YouTube è necessario che il canale che li ospita raggiunga determinate soglie. In pratica, i video devono essere su un canale che abbia almeno 1.000 iscritti e 4.000 ore di visualizzazione negli ultimi 12 mesi. Solo in questo caso i video possono essere monetizzati sia nella parte visiva, che nella parte sonora.

Ci sono distributori importanti come The Orchard o Believe Digital, che comunque raccolgono le royalties sonore da YouTube, riconoscendo la musica da loro distribuita tramite il Content ID, anche se pubblicata in un canale che non monetizza o usata in altri video, come nel caso di video amatoriali per esempio. Altri distributori, come Distrokid per esempio, chiedono una piccola quota annua per richiedere il Content ID su YouTube.

Se sei un musicista indipendente, pubblicare video sul tuo canale YouTube sarebbe cosa buona; se invece hai un contratto con un’etichetta, te lo sconsiglio. Sicuramente il canale dell’editore ha già gli standard per monetizzare il video nella sua interezza, audio e video. Inoltre, avrà già un bacino ampio di iscritti a cui far vedere il tuo nuovo video.

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Business e Marketing della Musica: Tutto quello che musicisti, autori, manager, produttori ed editori devono sapere per vivere di musica

di Massimiliano Titi
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Conoscere le regole del gioco è fondamentale per vivere di musica.
Con un tono semplice e colloquiale, questo libro prende per mano il creativo in campo musicale e lo accompagna in un viaggio tra le tante questioni che deve affrontare oggi: dalla conoscenza dei diritti d’autore e connessi, all’esame delle figure professionali e dei contratti più comuni, dai fondamenti di marketing e a come promuoversi, alla distribuzione digitale e alla concreta realizzazione dei propri profili, fino all’illustrazione dei nuovi mestieri della musica che possono contribuire a dare sussistenza al creativo, realizzando così di fatto il sogno di “vivere di musica”. Non manca uno sguardo sul futuro: NFT e blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata e nuovi scenari.
I molti suggerimenti pratici e i numerosi consigli, frutto di tanta esperienza concreta, arricchiscono questo lavoro, che conferma ancora una volta che il talento per quanto faccia la differenza, se non accompagnato da competenze, non basta, mentre la competenza e una buona strategia, possono certamente aiutare anche un non eccellente talento musicale.
Insomma, un bel viaggio, adatto chiunque sia appassionato di musica e voglia trasformarla in un mestiere, oppure a quei professionisti del settore che desiderino consolidare o mettere a fuoco le regole del business e del marketing musicale.
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