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E’ davvero indispensabile lo streaming in diretta?

Nei prossimi giorno sarò coinvolto in un progetto di concerti live in streaming, senza pubblico per le note restrizioni, una rassegna musicale che per ragioni di budget e logistiche verrà registrata nell’arco di due giornate. Questi concerti verranno registrati dal vivo, senza tagli e post produzione, in seguito, verranno diffusi sfruttando le opzioni offerte dalle piattaforme social.

E' davvero indispensabile la diretta streaming?
courtesy pexels.com

Nel corso della progettazione di questo evento naturalmente ci si è posto il problema sul fatto che i live saranno, per i fruitori, una diretta in differita e non una diretta live vera e propria. In questi tempi di creazione/fruizione immediata di contenuti video non è una questione da poco.

In realtà, in questo caso, il budget non avrebbe consentito di allestire uno studio di registrazione per qualche settimana organizzando degli appuntamenti settimanali veri e propri. La decisione di registrate tutto in una sola sessione per poi distribuirlo a dispense è stata una scelta obbligata.

Ciò non toglie che il dubbio resta: ha senso trasmettere una diretta in differita? Si può considerare un vero e proprio live? A mio avviso la risposta è semplicemente si.

Per musica dal vivo, si intende la musica suonata dal vivo senza tutte quelle post produzioni che si possono fare in studio dopo la registrazione delle parti dei vari strumenti. Chiarito questo, direi che qualsiasi esibizione che risponde a queste caratteristiche è una esibizione dal vivo: un live.

Il concetto di diretta è un attimo più sottile. Tecnicamente una trasmissione in diretta è la trasmissione di un evento nel momento stesso in cui si svolge, su questo non si sfugge. Nel momento in cui passa un lasso di tempo tra il fatto e la trasmissione delle sue immagini si parla più correttamente di (trasmissione) differita.

Perciò, la trasmissione di un concerto dal vivo in differita può ancora considerarsi un evento dal vivo? Dal mio punto di vista, per il pubblico che dal suo dispositivo segue il concerto registrato con qualche giorno di ritardo, l’evento resta a tutti gli effetti un concerto dal vivo. Questo perché è la musica che viene realizzata dal vivo.

Intendiamoci. Un concerto dal vivo è sempre un’esperienza unica e immersiva. E’ fatta dalla magia della musica che fa vibrare l’aria, è fatta dal legame empatico che si crea tra il pubblico presente e tra il pubblico e i musicisti sul palco. E’ la magia dell’essere qui ora: un’esperienza ogni volta unica e diversa. Una cosa che ben sanno i fan che seguono i loro beniamini in più tappe dei loro tour.

Non è certo una trasmissione in diretta, televisiva o via web, che potrà restituire la magica esperienza di un concerto, piccolo o grande che sia. Per questo, che si tratti di una registrazione trasmessa in diretta o in differita, a questo punto fa poca differenza.

Credo che però questo argomento sia più complesso di quello che sembra e per questo mi piacerebbe conoscere l’opinione di qualche artista musicista. Sono certo che potrebbero uscirne dei spunti di riflessione molto interessanti.


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2 risposte su “E’ davvero indispensabile lo streaming in diretta?”

Salve Federico, ti dò la mia opinione, da cantante che non ha mai fatto concerti ‘grandi’ ma solo in posti piccoli e con poche persone. E’ vero, il live non è imitabile, non è riproducibile, non è duplicabile: è unico, punto. In questi mesi ho preferito evitare di fare queste esibizioni in streaming un pò per il senso di tristezza che le avvolge, un pò per il fastidio creato da questa tragica situazione, e un pò anche perchè non vorrei che ci si abituasse in questo modo. Sarebbe meglio trovare qualche altra forma di suonare, ma di persona e dal vivo. Ci sono state alcune esperienze interessanti quest’estate, concerti intimi con poche persone a sedere distanziate. Sicuramente non il massimo, ma sicuramente meglio di stare davanti a uno schermo. Ci stiamo già per mille motivi durante il giorno, starci pure per sentir cantare, no. Per me no. Un saluto e complimenti per i tuoi articoli, sempre molto interessanti.

Sai Arsen che non mi riesce darti torto. D’altra parte l’importante è esserci. Farsi vedere e farsi ascoltare, non rinunciare nonostante tutte le difficoltà della clausura. Ci sono molte considerazioni da fare su questo tema perché ogni artista musicale ha un pubblico diverso con esigenze diverse e soprattutto ogni artista musicale ha le sue, di esigenze, per poter esprimersi a proprio agio. Della tua testimonianza mi piace il fatto che sei alla ricerca di una strada terza che superi gli ostacoli delle restrizioni senza usare lo streaming che (è evidente) è un mezzo che non è nelle tue corde. Finché è così, direi che fai bene ad evitarlo, il contatto, anche indiretto, con il pubblico deve essere naturale e spontaneo altrimenti si rischia di uscirne con le ossa rotte. Ti ringrazio di cuore per i tuoi complimenti e di aver lasciato la tua opinione che contiene spunti interessanti.

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